Cooperative e associazioni “pulite”. Gli errori della relazione d’accesso

La prefettura certifica la “non mafiosità” di alcuni organismi del terzo settore

Le cooperative citate nella relazione prodotta dalla commissione d’accesso al Comune di Reggio Calabria, e dunque “determinanti” per i conseguente scioglimento dell’Ente non sono mafiose. E’ quanto emerge (e viene confermato da palazzo San Giorgio) dalla certificazione della Prefettura di Reggio Calabria che, che ha così risposto alle richieste della Commissione Straordinaria che guida palazzo San Giorgio sulle realtà del terzo settore che gravitano nel circuito delle politiche sociali cittadine e che, nella relazione d’accesso firmata dagli “ispettori” inviati dal Ministero dell’Interno, erano stati catalogate con il marchio di “mafiosità”. La Commissione Straordinaria per capirne di più e prendere i dovuti provvedimenti, aveva inoltrato alla Prefettura di Reggio, alcuni mesi fa – la richiesta di certificazione per le cooperative “Libero Nocera”, Itaca, associazione 360°, cooperative Skinner e cooperative Happy Days. Alla fine delle verifiche, come riporta, tutte le associazioni sono risultate pulite, mentre gli ispettori del Ministero dell’interno avevano dedicato proprio a queste associazioni e cooperative un intero capitolo, parlando di settore politiche sociali “contiguo” con la criminalità. I fatti, a distanza di un anno, modificano questa tesi.

Reggio Calabria
Reggio Calabria

Eppure già all’indomani della pubblicazione della famigerata “relazione d’accesso”, gli errori erano balzati agli occhi di molti. Si era infatti riscontrato un clamoroso caso di omonimia per un socio della cooperative Itaca, scambiato per un boss mafioso ma in realtà completamente incensurato; ma basterebbe ricordare anche la menzione per una cooperativa perché, al suo interno, lavoravano persone gravate da precedenti di polizia. Peccato che la “mission” di quella cooperativa era proprio il recupero ed il reinserimento sociale di persone rimaste ai margini della società proprio perché, in passato, avevano avuto problemi con la giustizia. A scioglimento ormai avvenuto e ad un anno di distanza, il capitolo “Politiche sociali” cittadine si arricchisce di un evento nuovo e che, nel suo piccolo riassegna giustizia e verità a tutte quelle cooperative impegnate al servizio dei più deboli e, a questo punto ingiustamente, catalogate con troppa superficialità.

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