A volte ritornano

Rosy Bindi
Rosy Bindi

Sembra il titolo di un famoso film dell’orrore  ed invece si riferisce qui alla vicenda che vuole l’elezione della senatrice Rosy Bindi alla Commissione Antimafia. Con un voto che le assegna  25 preferenze  ma ha la “controindicazione” di dividere le larghe intese e riesumare i bersaniani,  Rosy Bindi  nemica storica di Silvio Berlusconi oltre che dichiarata anit-renziana all’interno del suo partito (Matteo Renzi voleva rottamarla) è al momento presidente della Commissione Antimafia . La Bindi nonostante fosse stata stata rieletta probabilmente solo perché, è inutile nasconderlo, “blindata” dal Partito Democratico durante le scorse elezioni nazionali nella regione Calabria, oggi torna alla ribalta con un incarico di spessore fondamentale grazie al voto di parte del PD-Sel e di alcuni grillini, il tutto senza aver concertato la scelta con l’alleato di governo PDL.  Il partito di Alfano  non ha partecipato al voto e minaccia di non prendere parte ai lavori della Commissione se non vi saranno le dimissioni del­l’ Onorevole Bindi. Quest’ultima ha già fatto sapere che le respinge la richiesta del PDL  in  quanto glielo impone il suo senso del dovere  «Devo rispetto a chi mi ha vo­tata». La verità è che,  con questa nomina, voluta a quanto dicono i bene informati dal segretario Epifani, si è persa un’altra occasione utile per una reale pacificazione tra gli schieramenti politici. In virtù di questa responsabilità, c’è chi all’interno dello stesso PD,  sta valutando un ripensamento. Il   “muro contro muro”  di ieri (Pd deciso ad «andare ad oltranza» su Bindi, i Cinque Stelle sul loro candidato Gaietti , a cui son mancati due voti, Scelta Civica astenuta e il Pdl fuori) non consente clima propizio per affrontare decisioni delicate. La situazione fa nuovamente traballare il governo Letta in un momento durante il quale, la discussione della legge di stabilità, avrebbe bisogno  per il bene del paese,  profonde riflessioni prive da distorsioni provocate da eventuali “posizioni di pancia” negli schieramenti. Tra i possibili nomi papabili, molti vorrebbero in quel ruolo la giovane onorevole reggina Rosanna Scopelliti del Pdl, figlia del giudice ucciso nel 1991 dalla ‘Ndrangheta.

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.