Non c’è stalking tramite email

ciberstalking30\11\2013 – Con la Sentenza n. 44855/12 la Corte di Cassazione ha puntualizzato un aspetto fondamentale circa il reato di stalking: innumerevoli, sono, infatti, le modalità mediante cui può configurarsi tale fattispecie criminosa, e, di recente, la Suprema Corte è giunta a cristallizzare, tra queste, anche il continuo ed incessante invio di sms, ritenendo che il disturbo arrecato alla vittima con tale assillante atteggiamento è da considerarsi “invasivo” della sua sfera personale, tanto da potersi definire “molestia”, e, pertanto, idoneo alla configurazione del reato: difatti, ai sensi della Sentenza n. 14997/12, “il reato di cui all’art. 612 bis c.p. non richiede una particolare durata temporale delle condotte, essendo sufficiente la mera reiterazione delle stesse, ravvisabile anche nella commissione di due episodi di minaccia o molestia“.

Il caso posto al vaglio dell’On.le Corte, che ha dato origine alla Sentenza n. 44855/12, ha riguardato, invece, il continuo ed assillante invio di e-mail e, pertanto, la Corte è stata chiamata a giudicare se anche l’invio incessante di posta elettronica, alla stregua degli sms, possa arrecare alla vittima un disturbo tale da poter configurare il reato di stalking.

Ebbene, gli Ermellini hanno attribuito una diversa valenza all’invio di e-mail rispetto all’invio di sms, ritenendo nella predetta Sentenza che mediante posta elettronica non si arreca molestia ai danni della vittima, e, quindi, non si configura il reato di stalking, poichè le e-mail possono essere ignorate o, comunque, cestinate dalla vittima senza l’obbligo di costei di aprirle e leggerne il contenuto; in particolare, hanno ritenuto che lo stalking mediante e-mail non ha rilevanza penale, perché, ai sensi dell’art. 530 del Codice di Procedura Penale, “il fatto non è previsto dalla legge come reato”, in quanto, si legge in Sentenza, “il reato di molestie non si può verificare qualora si tratti di messaggi di posta elettronica privi, in quanto tali, del carattere della invasività”, carattere, invece, tipico degli sms.

 

Avv. Antonella Rigolino

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