Margherita Corriere interviene sul principio di uguaglianza giuridica di tutti i figli

La presidente regionale AMI Margherita CorriereIl Consiglio dei Ministri, nella seduta dello scorso 13 dicembre, ha approvato il testo del Decreto Legislativo sulla revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione. L’atto si è tenuto in attuazione della Legge Delega 219/2012 che ha affermato il principio di uguaglianza giuridica di tutti i figli, a prescindere dalla loro nascita dentro o fuori il rapporto matrimoniale. L’art. 2 della legge 219, infatti, assegnava al Governo un’apposita delega da esercitare entro l’1 gennaio 2014, al fine di eliminare ogni discriminazione tra figli nati nel matrimonio e figli nati fuori del matrimonio. «Questa Legge – ha affermato l’avv. Margherita Corriere, presidente regionale dell’associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani – ha finalmente modificato l’assetto giuridico della filiazione sulla base del principio dell’unicità dello stato di figlio, anche adottivo, secondo cui tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico, disponendo la sostituzione, nel codice civile e negli altri testi di legge, delle parole figli legittimi e figli naturali con la parola figli, senza distinzioni di sorta. Come associazione siamo soddisfatti e molto felici nel veder finalmente accolte molte di quelle segnalazioni che, negli ultimi anni, abbiamo rappresentato pubblicamente in molti dei convegni organizzati dall’AMI in tutte le regioni d’Italia. Una battaglia di legalità e di cultura verso l’infanzia e l’adolescenza che deve necessariamenteproseguire, vista la necessità di migliorare ancora molti degli elementi di diritto che riguardano i bambini che vivono nel nostro Paese». Ricordiamo alcune delle principali e importanti novità portate dal decreto legislativo: sostituzione del concetto di potestà genitoriale con il più ampio e significativo concetto di responsabilità genitoriale; modifiche alla disciplina relativa alle azioni di stato volte ad eliminare ogni residua discriminazione tra figli nati nel matrimonio o fuori da esso; riconoscimento della possibilità per i nonni dei minori, in ipotesi di rottura della coppia, di ricorrere al giudice per vedere riconosciuto il loro diritto a mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni; modifica delle disposizioni di diritto internazionale privato con previsione di norme di applicazione necessarie in attuazione del principio dell’unificazione dello stato di figlio; previsione dell’obbligo di ascolto del minore in tutti i procedimenti che lo riguardano, salvo che il giudice ritenga l’ascolto in contrasto con l’interesse del minore o manifestamente superfluo. Ma anche modifiche alla disciplina delle successioni con l’estensione dei vincoli di parentela alla filiazione fuori dal matrimonio, oltre a portare a dieci anni il termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità per i figli nati fuori dal matrimonio. Viene, inoltre, prevista l’abolizione del diritto di commutazione in capo ai figli legittimi sino ad ora previsto per l’eredità dei figli naturali. «È certamente un cambiamento importante – ha proseguito l’avvocato Corriere – che mira alla tutela sostanziale del figlio minore, a prescindere da etichette o sovrastrutture varie, poiché questo figlio, sia nato in costanza di matrimonio che fuori dal matrimonio, è un soggetto di diritto, che, come parte più debole, deve essere pienamente tutelato, al fine di favorire la sua crescita psicofisica in maniera equilibrata e armoniosa, accanto a due genitori che, in un ambito di responsabile condivisione del ruolo genitoriale rivestito, abbiano cura e rispetto della personalità in itinere del minore, che ha diritto di mantenere rapporti significativi con i parenti di entrambi i rami genitoriali. Sempre attuale è la massima di Giovenale “maxima debetur puero reverentia” che, tradotta letteralmente, vuol dire “al fanciullo si deve il massimo rispetto”. E rispettare i minori in maniera autentica – conclude la presidente regionale dell’AMI – senza discriminazioni di sorta, significa renderli nella sostanza ed in concreto, sin dalla loro nascita, figli tutti uguali e tutti da considerare soggetti degli stessi diritti imprescindibili, inviolabili, irrinunciabili per la realizzazione libera e ottimale della loro personalità come cittadini di una società solidale e paritaria».

C/S

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