TARES: tanta confusione “voluta”

finanza locale1enzo cuzzola04\01\2014 – Chiamato in causa dalla Federazione provinciale del Pd, sul tema Tares, mi vedo costretto a ribadire alcuni concetti, non senza aver premesso, che mentre i redattori della nota, si appellano ad una clima di distensione, nell’interesse della città, continuano a provocare addebitando a chicchessia colpe e responsabilità, mai provate. Il sottoscritto è stato dirigente del settore finanze per un solo anno, nel chiaro intento, realizzato, di evitare il dissesto, che come “ormai” ribadito anche dal Consiglio di Stato, costituisce l’ultima spiaggia per una comunità locale. E veniamo a ribadire che il meccanismo di determinazione della Tares è molto semplice. Bisogna determinare un primo valore, che è il costo complessivo del servizio, nel quale confluiscono tutti i costi (le imprese che curano il servizio, i diritti pagati al commissario per l’emergenza ambientale, il costo del personale dell’ufficio tributi, un accantonamento per l’insoluto presunto, ecc.). Determinato questo costo complessivo si divide per il numero dei metri quadri imponibili in tutto il comune. Si ottiene così la tariffa unitaria a metro quadro, che corretta per alcuni coefficienti, darà la tariffa per le utenze domestiche e quella per le utenze non domestiche. Quindi mai e poi mai, nel meccanismo di calcolo di Tares entrano i debiti pregressi pagati. Ma anche su questo fronte si continua a fare confusione, volutamente o meno, ma si fa, malgrado le differenze, fra i debiti ed il disavanzo siano state più volte chiarite. Un conto è il disavanzo, cioè il divario tra entrate ed uscite (di competenza, cioè finanza locale2semplicemente maturate) pregresse, un conto sono i crediti e debiti ancora da riscuotere e pagare. Infatti i crediti sono la differenza tra le entrate maturate e quelle riscosse (perché pagate da chi doveva) ed i debiti sono la differenza tra le uscite maturate e quelle effettivamente pagate ( a chi erano dovute). Ora i pagamenti che il comune ha fatto per circa 97 milioni di euro, non sono il disavanzo, infatti gli stessi corrispondono a somme regolarmente impegnate negli anni pregressi. Mai e poi mai possono essere entrati o possono entrare o possono minimamente determinare la quantificazione della Tares. Ma mai e poi mai hanno a che fare con il disavanzo.  Parliamo in sostanza di valori diversi e dal diverso significato contabile e logico. Ripeto. Il disavanzo è il divario tra entrate e spese maturate negli anni. I debiti sono gli importi riferiti ad uscite maturate ma non ancora pagate, probabilmente perché non sono stati riscossi i crediti maturati, che ne avrebbero consentito il pagamento. Per questo nasce lo sblocca crediti (dl 35/2013, al quale tutte le amministrazioni, su tutto il territorio nazionale, hanno fatto ampio ricorso). Il costo del servizio che è l’importo sulla base del quale si quantifica poi la tariffa Tares. Tre valori che tra loro non hanno alcuna reale interferenza, tre valori che non hanno neanche nulla di omogeneo.finanza locale3Ma infine devo confessare che non capisco come possano essere stati quantificati nel preventivo 2013, maggiori trasferimenti per 18 milioni, stante che i trasferimenti per il 2013 sono costituiti dal fondo di solidarietà, che come si vede dal documento allegato (consultabile da chiunque sul sito della Finanza Locale del Ministero dell’Interno) diminuiscono consistentemente passando dai circa 32,8 milioni del 2012 ai circa 27,4 milioni del 2013. Ecco passiamo alle cose serie e preoccupiamoci di far rivedere la quantificazione della Tares, nel vero interesse dei nostri concittadini.

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