Mini IMU o maxi evasione?

Un milione e mezzo d’italiani non hanno pagato la rata del 24 Gennaio, oltre il 16% dei contribuenti coinvolti. Tre modalità per il pagamento posticipato

di Fabrizio Condemi – Quasi 2400 Comuni coinvolti. Circa 10 milioni i proprietari di abitazione principale chiamati a pagare la mini-Imu, in scadenza ieri. Ma, secondo il Caf delle Acli, il centro di assistenza fiscale delle associazioni cristiane lavoratori italiani, il 16 per cento dei contribuenti che entro il 24 dovevano versare nelle casse comunali l’importo dovuto non avrebbe fatto in tempo a saldare il conto con ciò che resta della tassa sulla casa dello scorso anno.

foto di GNS

Quattrocento i milioni previsti in entrata grazie al gettito della tanto discussa mini-Imu. Alla luce della stima del centro di assistenza fiscale delle Acli mancherebbero all’appello, calcolatrice alla mano, circa 64 milioni di euro. In ritardo sul pagamento circa un milione e mezzo di persone. Che potranno procedere al versamento in ritardo attraverso il cosiddetto ravvedimento operoso (ossia provvedendo al pagamento prima di ricevere un richiamo), per il quale è prevista una maggiorazione minima.

A questo proposito sono tre le tipologie ravvedimento previste. A incominciare dal ravvedimento sprint, che può essere effettuato entro i 14 giorni successivi alla scadenza del termine per il versamento, ovvero non oltre il 7 febbraio. In questo caso la sanzione ordinaria del 30 per cento, applicabile sui pagamenti di imposte tardivi od omessi, si riduce allo 0,2 per cento per ogni giorno di ritardo. Altrimenti si può optare per il ravvedimento breve, che può essere effettuato dal quindicesimo giorno fino al trentesimo giorno successivo alla scadenza. La sanzione, in tal caso, si riduce di un decimo.

Ed è quindi pari al 3 per cento. Infine, c’è il ravvedimento lungo. Che può essere effettuato entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale viene commessa la violazione. Oltre il trentesimo giorno, la sanzione si riduce di un ottavo e arriva a toccare quota 3,75 per cento. A queste somme vanno poi aggiunti gli interessi, da calcolare giornalmente sulla base del tasso legale, che a partire dal primo gennaio di quest’anno è sceso dal 2,5 all’uno per cento. Tutti quelli che non si auto liquideranno l’imposta, al contrario, se pizzicati dovranno versare l’intera sanzione, più gli interessi.  Chi si rifiuterà di farlo andrà incontro alla riscossione coattiva, con i conseguenti maggiori costi.

Il punto di vista può però essere un altro: siamo sicuri che siano tutti evasori? Persone che volontariamente non hanno effettuato i dovuti versamenti? E se per la maggior parte fossero impossibilitati al pagamento visto la coincidenza di tutti i versamenti obbligatori di questo periodo? Si tratterebbe “appena” di IVA, contributi INPS lavoratori dipendenti e gestione separata, ritenute Irpef, e poi c’è il canone RAI, il Bollo Auto e, come a Reggio Calabria, una TARES mostruosa!

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