“ Il giudice meschino ”, appuntamento in prima serata su Rai 1

giudice-meschino-palmi-gangemiDopo il successo dell’ anteprima  nazionale  al Teatro Cilea di Reggio Calabria, tenutasi sabato 1° Marzo, la miniserie tv “Il Giudice meschino” diretta da Carlo Carlei andrà in onda sul piccolo schermo  in prima serata su Rai 1 il 3 e il 4 Marzo. Appuntamento imperdibile, occasione di riscatto per la nostra Terra, spesso ai margini e lontana da qualsiasi metro di paragone positivo. La trasposizione cinematografica del romanzo (pubblicato nel 2009 da Einaudi) dello scrittore calabrese Mimmo Gangemi  nasce da un’ idea maturata nel corso di sette lunghi anni, e che ha trovato successivamente terreno fertile nella convinzione di ridare alla Calabria un’ immagine nuova, in grado di ripulirla dai noti pregiudizi che spesso la costringono a vivere nel buio dell’ arrendevolezza.  Le riprese hanno valorizzato i paesaggi mozzafiato,  il mare onnipresente, vivo e rassicurante, i profili dei palazzi storici del centro, ricchi di fascino, la bellezza scenografica del tramonto che abbraccia lo Stretto! Ritratti coreografici, hanno alleggerito una storia amara, di denuncia e contemporaneamente di riscatto: un giudice muore per mano di balordi. E i balordi muoiono per mano della ‘ndrangheta, che non tollera si disturbi il prosperare dei suoi affari. Almeno, cosí sembra. Alberto Lenzi, magistrato donnaiolo, colpito dalla morte del collega e amico, si tuffa a capofitto nelle indagini. Lo instradano in una diversa direzione le sibilline, gustose parabole di don Mico Rota, capobastone della ‘ndrangheta, e il fortuito emergere di elementi legati a un traffico di rifiuti tossici. Una «commedia umana» dove si muovono personaggi verissimi, contraddittori, sfaccettati, che inseguendo il proprio meschino tornaconto arrivano tuttavia a svelare una realtà che va molto oltre la ‘ndrangheta.giudice meschino
«Il limone si staccò e finí in terra a fare compagnia a tanti altri ormai infraciditi. Don Mico ne avvertí il tonfo lieve, l’andò a raccogliere, lo strofinò a lungo sotto un filo d’acqua della fontanina, estrasse il coltello da pota e prese a sezionarlo in strisce sottili che si portava alla bocca. Smorfie mentre ne masticava. Sapeva però di libertà, quel sapore acre, l’acquolina di cui gli si ammaricava la bocca».  Il giudice meschino punta a portare in tv un racconto attuale con una storia che unisce la bravura del cast alla forza del racconto. Il nome di Luca Zingaretti come protagonista della fiction ha catalizzato l’attenzione per la sua confermata bravura ed espressività disarmante, accompagnato da Luisa Ranieri, un’ affascinante maresciallo dei carabinieri, passionale e figura importante per il protagonista  (nei panni di Alberto Lenzi, un pubblico ministero cinico, indolente e disilluso che, ritrova la forza interiore per lottare al servizio della giustizia e della verità). Nel cast: Paolo Briguglia è Michele Brighi, Andrea Tidona il pubblico ministero Giacomo Fiesole, Maurizio Marchetti interpreta Don Mico Rota, un anziano boss della ‘ndrangheta, mentre Gioele Dix è Giorgio Maremmi, l’amico e collega di Lenzi che sarà vittima di un agguato. E, ancora, Gaetano Bruno nei panni di Lucio Cianci Farone e Felicitas Woll in quelli di Elke Adler, una giornalista tedesca sulle tracce di un traffico di rifiuti tossici. In breve: Alberto Lenzi è un pubblico ministero della Procura di Reggio Calabria. Da tempo esercita la sua professione senza passione, senza la dovuta serietà. È un uomo disilluso dalla vita, cinico e indolente. Lui, però, non è sempre stato così. Un tempo era un magistrato dal pugno di ferro ma, a furia di scontrarsi con il muro di gomma dei “poteri forti”, il suo senso del dovere e il suo amore per la giustizia si sono prima affievoliti e poi, a mano a mano, spenti. Ora vive barcamenandosi nella superficialità, tanto nel lavoro, quanto nella vita privata. Ha una moglie dalla quale è separato. Ha un figlio di otto anni che Alberto vive, per lo più, come un peso. Negli uffici della Procura ha conosciuto Marina, un maresciallo dei carabinieri con la quale, però, intavola una relazione clandestina e senza troppe complicazioni sentimentali. La vita piatta di Lenzi viene sconvolta all’improvviso dalla morte violenta di Giorgio Maremmi, suo collega magistrato e carissimo amico, rimasto vittima di un agguato criminale. La notizia dell’omicidio lo scuote nell’animo e per Alberto inizia il tempo del risveglio, della redenzione. È determinato più che mai a scoprire la verità sull’accaduto e assicurare alla giustizia autori e mandanti di quell’omicidio. Le indagini, che si dimostrano da subito complesse e particolarmente pericolose, lo conducono ad un traffico di scorie radioattive che sarebbero state sepolte in una collina proprio vicino ad un centro abitato. Le aspettative sono tante, soprattutto per le conseguenze e per le risposte che la fiction darà. Importante decisione quella di trasformare la città in un set cinematografico, regalando nuove prospettive ai giovani talenti che spesso disillusi nascondono le proprie origini meridionali. Che la fortunata bellezza di cui disponiamo sia il simbolo di una rivoluzione culturale in grado di eliminare tutte quelle voci fuori dal coro che ad oggi ancora non permettono di spiccare il volo.

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About the Author: Annamaria Milici