Israele: terra, ritorno, anarchia

ISRAELE: TERRA, RITORNO, ANARCHIA“Se lo stato era il fine, il sionismo politico ha esaurito il suo compito?” Questa è una delle prime domande che si pone Donatella Di Cesare nel “Israele: terra, ritorno, anarchia” (p. 105 € 12,50) Bollati Boringhieri www.bollatiboringhieri.it. Il libro – secondo lo stile dell’autrice – condensa in un centinaio di pagine, con un stile chiaro e leggibile, temi complessi. Di Cesare evidenzia come la nascita dello Stato d’Israele sia stato un evento la cui portata è ancora difficile da valutare. Ma è soprattutto Gerusalemme a sollevare i maggiori problemi, perché la presenza ebraica (comunque mai venuta meno nel corso di duemila anni) inquieta e turba tutti coloro che ritenevano Israele un ricordo del passato e non una speranza per il futuro. Coglie, con acume, uno dei maggiori problemi del conflitto: israeliani e palestinesi si trovano in due diverse fasi storiche. Ricordiamo, infatti, che mentre in Israele l’omosessualità è accettata: non è così nel resto del Medio Oriente. Di Cesare spiega che il nome Palestina, imposto dai Romani dopo la distruzione del secondo Tempio, si rifà ai Filistei un popolo d’invasori provenienti dal mare. Un posto particolare Donatella Di Cesare riserva al pensiero di Gustav Laundauer, anarchico ebreo tedesco. Così come ricorda che il popolo ebraico è più di una nazione e il sionismo non è solo la costruzione di uno stato. Un libro che, come tutti i buoni libri, pone interrogativi, suscita dubbi e offre interessanti spunti di riflessione.

Tonino Nocera

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