Le riflessioni di Franco Recupero (Gs Channel) sul Caso Fallara

È giunto alle battute finali il processo che vede imputato Giuseppe Scopelliti, Governatore della Regione Calabria ed ex sindaco della città dello stretto e i tre revisori dei conti, per i reati di abuso d’ufficio e falso in bilancio, dopo un’assai articolata istruttoria dibattimentale, che noi GS Channel abbiamo ripreso integralmente per la quale proporremo prossimamente uno special, è giunto alle battute finali dopo un lungo e complesso dibattimento all’esito della quale cinque sono stati gli anni di reclusione invocati dall’Ufficio di Procura, per l’ex sindaco della città di Reggio Calabria. Cinque anni che hanno riempito le prime pagine di alcuni giornali.Franco Recupero I cui titoli avevano il sapore – aspro- di una condanna già deliberata. Cinque, gli anni, richiesti dall’Ufficio di Procura. Cinque, gli anni, per i quali il Tribunale si dovrà – da qui a breve – interrogare. Cinque gli anni per i quali la città di Reggio Calabria, si vede costretta a porsi delle domande, a farsi degli interrogativi, a cercare delle risposte. Ed è inevitabile che la città tutta di Reggio Calabria sia chiamata ad uno sforzo interiore di una portata tale da trascendere la personalità del singolo. Uno sforzo interiore di notevoli dimensioni, già, perché quel Sindaco, che ora vediamo seduto nel banco degli imputati, è stato il Sindaco della nostra città e quindi di ognuno di noi. E in questo sforzo di portata collettiva e singola insieme, a nulla vale chiedersi se il singolo l’abbia votato o meno. Giuseppe Scopelliti è stato il Sindaco di ognuno di noi. È stata quella voce attraverso la quale la Città di Reggio Calabria si è rivolta ai suoi interlocutori. E che adesso non può non vedersi imputata insieme a lui.. Già, in quel banco degli imputati non c’è seduto solo Giuseppe Scopelliti, ma una città intera. Una città intera che attende, che aspetta, che spera. Si, è la città intera a sperare. Si badi, questa non vuole essere la difesa atecnica di Scopelliti. Il processo ha consegnato una verità processuale sulla quale il Tribunale sarà chiamato a decidere. E lo farà con serenità, con coscienza, con equilibrio. Ma alla vigilia di una tale decisione, la città tutta non può non manifestare la propria partecipazione e vicinanza ad un Sindaco che è stato il Sindaco di tutti noi, e che attualmente è il Governatore della nostra Regione. Se Scopelliti è da ritenere responsabile o meno questo sarà il Tribunale a deciderlo. Noi non vogliamo esprimere giudizi. Noi non vogliamo formulare valutazioni. Non è compito nostro e non vogliamo arrogarci diritti che a noi non competono. Il nostro è solo un tentativo di ricordare a noi stessi quell’affetto filiale con il quale Scopelliti ha servito la sua terra. Avrebbe potuto lasciare la città. Ma non l’ha fatto. Probabilmente per continuare a servirla. Bene o male che l’abbia fatto, è stato uno che si è messo a servizio della sua città. A fianco dei suoi cittadini. A fianco di ognuno di noi. E quando qualcuno lo voleva a Roma, così come intitolavano le prime pagine di tutti i giornali- quegli stessi giornali che citavamo prima- la sua risposta è stata per la città, con la città, nella città. Ma lui è stato capace di preservarci nell’immediatezza da quel senso di abbandono, per i quali ci saremmo sentiti un po’ orfani. Adesso lui è seduto li, in quella poltrona, che è il banco degli imputati. Troppo stretta per la possenza della sua persona. E non solo in senso fisico. Troppo stretta perché l’imputato Scopelliti è anche l’uomo Scopelliti che ha improntato i valori di tutta una vita ai crismi di lealtà, correttezza, servizio, sacrificio, rispetto, fiducia. Da buono sportivo che era e da buono sportivo che è, anche adesso, in questa sfida che lo sta vedendo suo malgrado protagonista, dove a fronte del fischio di piccoli contestatori seduti sulla comodità dei loro spalti, a scelto di presenziare al processo per sottoporsi ad esame. Forse, anche solo per farsi guardare negli occhi o forse perché l’imputato Scopelliti è anche l’uomo Scopelliti, lo sportivo si, ma anche il padre che in questi stessi valori ha fondato una famiglia. L’uomo Scopelliti con i suoi dubbi, le sue domande, i suoi perché. Quello, forse, abituato a guardare troppo le cose col cuore e che ha fatto della fiducia nell’altro un baluardo della propria esistenza. L’uomo Scopelliti, il padre Scopelliti, l’amico Scopelliti, quello che ha sperimentato, rievocandolo in aula con dolore, finanche l’amarezza del sentimento più subdolo: “il tradimento degli amici”. Quella stessa poltrona quindi diventerebbe troppo larga senza la partecipazione di ognuno di noi.. quel posto sentiamo di volerlo occupare insieme a lui.Perché in quel posto c’è il futuro della nostra città, il domani della nostra Regione. E noi sentiamo che non possiamo lasciarlo vuoto a metà.. In quel posto ci siamo idealmente tutti. Perché la decisione che sta per essere deliberata non può non toccare personalmente e collettivamente ognuno di noi.. E noi è li che vogliamo sederci. Senza paura. Con il coraggio di chi vuole guardare il futuro. Quel futuro che passa attraverso una decisione giudiziale. Ma che non può prescindere dalla fatica e dalla voglia di sperare.. Perché Peppe in questo momento siamo tutti noi… Tutti noi con il coraggio della volontà di volere continuare a guardare il futuro.

Franco Recupero

editore di GS Channel

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