Il 9 maggio anche la scuola reggina e calabrese festeggia l’Europa

scuolaIl 9 maggio 2014 cade il 64° anniversario della Dichiarazione Schuman da cui nacque la Comunità europea e tale data è stata scelta al vertice europeo, tenuto a Milano nel 1985 dai capi di Stato e di governo, per festeggiare la Giornata dell’Europa. Quest’ultima è diventata un simbolo europeo che, insieme alla bandiera, all’inno, al motto e alla moneta unica, identifica l’entità politica dell’Unione Europea. La costruzione dell’Europa può e deve essere il risultato di una capacità di condivisione di regole e principi e di una cultura politica democratica partecipata. Questo rimanda al concetto di cittadinanza europea, alla costruzione di noi stessi,di noi tutti, come cittadini dell’Europa attraverso nuove reciproche relazioni. Ora, non vi è chi non veda e riconosca indispensabile, nella nuova fase politica in cui è entrata la costruzione dell’Europa, la funzione della scuola, perché essa dipenderà anche dalla possibilità che si realizzi un grande spazio europeo dell’istruzione e della formazione, senza il quale sarà difficile costruirla. E’ con questo convincimento che le istituzioni scolastiche reggine in questi giorni si preparano a festeggiare la nuova Europa di questo decennio che dovrà irrobustirsi proprio nelle scuole contro i tentativi dei disfattisti ed un antieuropeismo nascente. Gli ambasciatori di questa Europa saranno i giovani. Non sono slogan, ma la pura e semplice realtà. E allora insegnare l’Europa non sembri una cosa risibile o inutile. Anche la scuola calabrese è chiamata a far crescere negli studenti il processo di identità e di cittadinanza e lavorare su processi legati agli aspetti giuridici -istituzionali .Per esempio i nostri ragazzi sono quelli che meno conoscono i soggetti istituzionali dell’Europa.Sono anche quelli che meno conoscono gli sbocchi professionali, i profili professionali che l’Europa è chiamata ad offrire.

Il 2014 si caratterizza per quattro particolari eventi che potranno contribuire a rendere più consapevoli i nostri giovani sulla necessità di un loro attivo protagonismo per l’esercizio di una cittadinanza europea :

-le elezioni del Parlamento Europeo

-il semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea

-l’attuazione della nuova strategia di crescita “ Europa 2020”

-la nuova programmazione per l’utilizzo dei fondi diretti(2014-2020).

Ora va di moda parlare male dell’Unione Europea, criticare con forza la sua mancata coesione,la sua moneta forte e debole nello stesso tempo. Certo tutto questo è legittimo ma forse dovremmo anche ricordare l’enorme investimento fatto dall’UE in particolare nel mondo della scuola. Nel corso di questi anni ,le attività proposte nelle classi, assolutamente gratuite, sono state moltissime e variegate, dal potenziamento delle lingue straniere, delle discipline scientifiche alla costituzione di laboratori didattici. Alcuni recenti dati restituiscono l’impegno e lo sforzo progettuale prodotto dalle istituzioni scolastiche reggine grazie agli aiuti europei. Ai Fondi FERS in questo anno hanno attinto 250 scuole calabresi, di cui 42 nella provincia di Reggio e 16 in città. Finanziamenti tra i 15.000 e i 45.000 euro assegnati per l’area Ambiente per l’apprendimento, formazione permanente docenti e dotazioni tecnologiche e per la ricerca. Più consistente l’elaborazione progettuale assistita con i Fondi FSE per il 2013, riguardante interventi per migliorare i sistemi di apprendimento,le competenze del personale scolastico,i livelli di conoscenza e le competenze chiave degli allievi. In Calabria sono stati finanziati 1.041 progetti per un ammontare variabile per ognuno di essi mediamente da 4.000 a 70.000 euro. Nella provincia di Reggio Calabria ne sono stati predisposti 227 ,approntati da 81 istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, di cui 21 nella sola città di Reggio.

Un notevole mondo di conoscenze, saperi, attitudini, capacità travasato nel mondo della scuola ,praticamente senza sosta, ininterrottamente. Certo non tutto è stato utilizzato al meglio , si poteva fare di più e con risultati più incisivi ma cosa mai avrebbe potuto fare da sola la nostra poverissima scuola. Uno sforzo finanziario così ingente ha avuto alle spalle un grande progetto dell’UE:l’unione dei popoli europei attraverso il linguaggio della cultura che è sperabile sia potenziato. Ci confortano, intanto, gli ultimi dati che danno in controtendenza i valori relativi all’utilizzo dei fondi UE nella nostra regione. La gestione delle risorse, che va rafforzata, resta tuttavia una sfida ancora complessa che la Calabria può e deve vincere. I giovani europei sono di fronte ad un bivio: o fare il salto dell’integrazione o mancare la propria vita e diventare la generazione del definitivo declino europeo. Anche la partecipazione degli studenti e dei giovani reggini e calabresi , perciò, al voto del 25 maggio diventa strategica e indispensabile. Ci conforta verificare come i giovani in Italia, siano politicamente attivi e dimostrino pure di tenere moltissimo al diritto di voto anche quando sono all’estero, ma da lì non possono votare. Fra l’altro è stato pure bocciato un emendamento che concedeva agli studenti fuori sede la possibilità di votare nei comuni dove si trovano, evitando trasferte e spedizioni alle prefetture per il voto anticipato. Mentre per i ragazzi impegnati nell’Erasmus si sarebbe semplicemente allargata la normativa sugli italiani residenti all’estero, cioè con voto per posta (online non se ne parla neanche). Ciò significa che quasi 300mila fuori sede universitari (poco meno del 20% degli iscritti agli atenei) e circa 25mila partecipanti all’Erasmus rimarranno senza il diritto di voto. Va capito, insomma, una buona volta per tutte che l’Europa di oggi e del domani non potrà essere realizzata senza o contro i giovani . Così come la deputazione europea della nostra circoscrizione elettorale dovrà farsi carico in Europa di veicolare un messaggio forte e chiaro e contribuire a riempirlo di contenuti e azioni sociali, politiche, culturali ed economiche. Non si costruisce l’Europa senza e tantomeno contro il Mediterraneo, dove la nostra Calabria svolge la funzione di regione cerniera a cavallo di due grandi culture. Sarebbe come formare una persona senza tener conto o contrastando la sua infanzia e la sua adolescenza. Vi è inoltre da aggiungere un dato: nella nostra regione sempre più si rafforza la presenza di minoranze etniche provenienti dai Paesi dell’Africa Mediterranea e dell’Asia Minore; così come non vi è chi non veda che una seria prospettiva di sviluppo sociale ed economico del sud d’Italia,e della Calabria in particolare, deriva dalla capacità di guardare strategicamente al “nostro sud”. Conoscere l’Unione Europea e promuovere la cittadinanza e la nuova identità europea dovrà divenire sempre più un obiettivo importante per le istituzioni scolastiche,come ha recentemente sottolineato il Parlamento europeo auspicando che “la conoscenza dell’Unione europea e delle sue istituzioni venga inserita come materia di studio nei programmi scolastici degli Stati membri”. Non vi è chi non riconosca che un ruolo decisivo nella costruzione del senso di appartenenza alla nuova Europa spetta ai sistemi scolastici. La nuova Europa nascerà nelle scuole che hanno il compito di avviare il processo educativo dei giovani. Insegnare l’Europa non sembri una cosa risibile o inutile. Anche la scuola calabrese è chiamata a far crescere negli studenti il processo di identità e di cittadinanza e lavorare su processi legati agli aspetti giuridici -istituzionali .Per esempio i nostri ragazzi sono quelli che meno conoscono i soggetti istituzionali dell’Europa.Sono anche quelli che meno conoscono gli sbocchi professionali, i profili professionali che l’Europa è chiamata ad offrire. Occorre una nuova pedagogia della cittadinanza perché l’Europa di oggi e del domani non potrà essere realizzata senza o contro i giovani. Ma non si costruisce l’Europa senza e tantomeno contro il Mediterraneo,dove la nostra Calabria svolge la funzione di regione cerniera a cavallo di due grandi culture.Sarebbe come formare una persona senza tener conto o contrastando la sua infanzia e la sua adolescenza. Vi è inoltre da aggiungere un dato: nella nostra regione sempre più si rafforza la presenza di minoranze etniche provenienti dai Paesi dell’Africa Mediterranea e dell’Asia Minore;così come non vi è chi non veda che una seria prospettiva di sviluppo sociale ed economico del sud d’Italia,e della Calabria in particolare,deriva dalla capacità di guardare strategicamente al “nostro sud”. Per cui si può affermare che la parola Mediterraneo è sinonimo di multiculturalità e che può essere un buon libro di testo pluridisciplinare.

Guido Leone

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