Giordano: preservare e valorizzare nel nuovo PSR 2014/2020 le colture autoctone della vallata del Gallico

E promuovere il rafforzamento dei Gas e della filiera corta

Giuseppe Giordano Il consigliere regionale Giuseppe Giordano ,nel raccogliere le istanze di diversi produttori locali e della stessa comunità della vallata del Gallico di Reggio Calabria, ha inviato un documento al Dipartimento regionale all’Agricoltura, e più specificatamente all’assessore al ramo, On.le Michele Trematerra , al dirigente regionale prof.Giuseppe Zimbalatti e al Dott.Alessandro Zanfino dell’Autorità di Gestione del PSR, nel quale si evidenzia, nell’ambito del nuovo piano di sviluppo rurale 2014/2020, la necessità di programmare degli interventi a favore di alcune colture autoctone quali l’arancia di Villa San Giuseppe, l’annona e il fico d’india. La filosofia della nuova PAC , sottolinea Giordano ,prevede che nell’attuazione della nuova politica agricola si tenga conto delle specificità locali nelle quali troveranno spazio tutte le regioni e tutti i tipi di azienda con gli agricoltori che saranno incentivati a organizzarsi e a registrare i loro prodotti in una ottica di modernizzazione e competitività; lo stesso Dipartimento regionale , nella nuova programmazione si propone di aumentare la competitività dei piccoli produttori agricoli sviluppando la cooperazione fra gli stessi, di rafforzare le filiere corte nell’ambito delle produzioni biologiche, le produzioni di qualità certificata ,le produzioni tipiche dei territori montani e le produzioni di nicchia. Su queste basi il documento inviato sollecita una attenzione particolare verso l’arancia di Villa San Giuseppe intesa come frutto della cultivar Belladonna. L’areale in cui si coltiva è quello dei fondovalli dei torrenti di Gallico e Catona e rappresenta la principale varietà coltivata con una estensione del 70% del territorio interessato e una produzione di circa 250 quintali ad ettaro e una produzione complessiva di 85.000 quintali. L’obiettivo , secondo Giordano, è quello di evitare l’abbandono dei terreni riconvertendo i residui agrumeti a questo frutto e favorendo una capacità di promozione e commercializzazione. Altra coltivazione autoctoma da valorizzare, precisa Giordano,è quella dell’annona con una varietà, appunto, che è propria cultivar reggina e più precisamente la Annona cherimola. Le poche zone in cui può essere coltivata nella nostra regione è quella di Reggio Calabria e di tutta l’area costiera che va da Bagnara Calabra a Gioiosa Ionica.Gli esemplari prodotti nella città di Reggio Calabria vantano addirittura una De.c.o. (Denominazione Comunale di Origine): “Annona di Reggio”. Altro frutto spontaneo che riveste anche un ruolo nel campo della difesa dal dissesto idrogeologico è rappresentato dal fico d’india. A differenza di altre regioni come la Sicilia nella quale da anni si sono registrati notevoli investimenti per favorirne la coltivazione e commercializzazione , sottolinea Giordano, in Calabria è mancato un approccio tendente a valorizzare un frutto che viene apprezzato su tutto il territorio nazionale. Al di là della predisposizione di tutto il territorio regionale alla coltivazione di questa pianta è indubbio che nell’area dello Stretto la stessa svolga una duplice funzione, la prima prettamente alimentare con caratteristiche proprie in termini di qualità, la seconda sotto un profilo ambientale per la capacità di frenare il dissesto idrogeologico in un’area interessata ad eventi franosi. Nello stesso documento inviato al Dipartimento Agricoltura il consigliere regionale esalta l’importanza che riveste nel nuovo PSR il rafforzamento della filiera corta. Non è un caso, evidenzia Giordano, come l’assessorato regionale abbia appoggiato in modo concreto ed efficace la mia proposta di legge regionale sui Gas e Godo tendente a promuovere la filiera corta e abbia previsto con la nuova normativa, nonostante la crisi delle finanze regionali, risorse proprie per tale settore. Da qui la richiesta di prevedere nell’ambito del nuovo PSR degli interventi che da un lato potenzino i Gas e i Godo , dall’altro favoriscano lo sviluppo dei mercati del contadino nei quali si commerciano esclusivamente prodotti locali e i piccoli produttori del territorio abbiano l’opportunità di vendere direttamente ai consumatori gli alimenti provenienti dalle loro aziende.

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