La Corte dei Conti rende giustizia all’opera di Scopelliti

 I tre senatori reggini di Ncd (Nico D’Ascola, Giovanni Bilardi e Antonio Caridi) in una conferenza stampa puntualizzano le ragioni del mancato dissesto a Palazzo San Giorgio

fotoNon una conferenza stampa per esprimere la solita soddisfazione ma per puntualizzare e riflettere sul pronunciamento della Corte dei conti di Roma che ha sostenuto, a chiare lettere, che a Reggio non c’erano le condizioni per dichiarare il dissesto. E che il “buco”, sul quale la sinistra continua a favoleggiare, è oggi inferiore ai cento milioni di euro, una pagliuzza rispetto alla trave di altri comuni italiani (vedi Roma, Torino, Napoli). Chiaramente la sinistra, in particolare il Pd, ha agito con un preciso obiettivo: delegittimare e gettare fango su Scopelliti. Alla fine questa politica assurda contro la città si è rivelata un boomerang nei confronti dei detrattori dell’ex sindaco. La Corte dei conti di Roma, a differenza di quella di Catanzaro, ha reso piena giustizia all’opera di Scopelliti che a suo tempo i reggini avevano giudicato “il sindaco più amato dagli italiani”. I tre senatori reggini del Nuovo Centro Destra, Nico D’Ascola, Giovanni Bilardi e Antonio Caridi si sono messi a disposizione dei giornalisti per chiarire il significato del pronunciamento della Corte dei Conti. Questo in sintesi il punto di vista dei tre senatori: “Il Centrosinistra, sospinto dal Pd, ha sempre remato contro, auspicando addirittura il dissesto definito quasi come un vantaggio per la città. Sono state sparate cifre sul disavanzo, si è parlato di “buco” senza limiti con il preciso obiettivo di danneggiare Scopelliti, finendo col frenare il processo di sviluppo della città che, con Scopelliti sindaco ha vissuto otto anni di grande intensità operativa e promozionale”. “Oggi si apprende – è questo il pensiero dei tre senatori – che in una situazione italiana difficile per tutti i comuni, Reggio non era certo l’ultimo. Non c’è stato alcun comune italiano che abbia chiuso il bilancio a pareggio. Addirittura è stata approvata una legge per salvare Roma che aveva accumulato un deficit di oltre 12 miliardi. E anche nell’ordine dei miliardi è stato il “buco” di comuni come Torino (ritenuto ancora virtuoso) e Napoli. Su Reggio è scesa, invece, la canea mediatica, senza considerare due aspetti: la situazione economica del Nord era nettamente più favorevole per cui gli stessi comuni hanno potuto trarre vantaggio rispetto a quelli del Sud, Reggio compresa; il disavanzo reggino è stato il risultato di una serie di opere e di attività che durante gli anni otto anni di Scopelliti sindaco hanno cambiato il volto della città”.  Rispondendo ad una precisa domanda, il senatore Nico D’Ascola, ha riconosciuto l’opera efficace dei commissari, con i quale ha ricordato Antonio Caridi “il nostro partito (Ncd) ha inteso collaborare nel definire il piano di rientro che è stato giudicato adeguato dalla Corte dei Conti”. Piuttosto sul resto della gestione dell’attività amministrativa la parte politica non ha alcuna competenza per interferire nell’azione amministrativa dei commissari. Il senatore D’Ascola, ricordando un recente dibattito a Siderno, ha denunciato una evidente lacuna della legge che non permette alcun contraddittorio agli amministratori comunali quando interviene la commissione d’acceso. “I commissari ­- ha spiegato il senatore D’Ascola – possono fare rilievi sbagliati, come è capitato in occasione della relazione che ha provocato lo scioglimento del comune di Reggio, senza che alcuno possa contestare gli eventuali errori. Su questa lacuna della legge si è pronunciato a Siderno pure il senatore Luigi De Sena del Pd”. Il senatore Bilardi nella sua valutazione politica finale ha ribadito che su Reggio c’è stata un’evidente strumentalizzazione politica della sinistra che la Corte dei conti ha smascherato con un pronunciamento inequivocabile. “Scopelliti e il Centrodestra – ha detto – hanno sempre ribadito la verità sul presunto “buco”, sconfessando le cifre espresse da una sinistra che oggi farebbe bene a collaborare per il bene della città, riparando agli errori commessi”. Infine una considerazione del cronista. Chissà perché il Partito democratico, così zelante nei confronti di Reggio, ha evitato di far conoscere la propria opinione su Lamezia, dove il sindaco Speranza, spalleggiato dall’intera sinistra, è riuscito ad evitare in extremis il dissesto e soprattutto su Monasterace, dove invece il dissesto è stato stato dichiarato. E come premio al sindaco Lanzetta sono stati conferiti i galloni di ministro della Repubblica.

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