E’ la gente, bellezza!

di Oreste Romeo – Ormai la scelta si pone tra tormentone ed interessato luogo comune. Mi riferisco alla sin troppo insistita e sterile indulgenza degli operatori dell’informazione a catalogare alla stregua di “comizio” le conferenze stampa di Giuseppe Scopelliti.

Invece, a mio avviso, esiste il sospetto che una parte dei nostri giornalisti manifesti più che un eritema nel momento in cui la gente comune, grazie allo strumento della “partecipazione”, si espone alla luce del sole della verità, prendendo la possibilità di verificare, in real time ed alla fonte, se il lavoro degli operatori dell’informazione sia effettivamente assistito da obiettività, imparzialità e trasparenza, e dunque se in concreto il servizio dell’informazione sia assistito dal carattere della credibilità.

Il reportage mandato in onda dalle Iene sulla vicenda di Arghillà nella fase conclusiva della campagna elettorale per le recentissime Europee, ad esempio, descrive una situazione grave ed allarmante che esiste in città da moltissimi anni e chiama direttamente in causa figure istituzionali ben diverse da quelle deliberatamente e neppure tanto subdolamente esposte alla pubblica riprovazione dal Superman travestito da giornalista capace di ottenere presso un pubblico ministero l’attenzione che poche ore prima un avvocato si era vista negare dal giudice. Quell’episodio, per vero eclatante, la dice lunga sul potere di condizionamento, positivo s’intende, che la stampa è in grado di esercitare. Ma, al tempo stesso, la gestione di quella vicenda è indicativa, in termini non proprio positivi, della pianificata volontà dell’operatore dell’informazione di orientare l’opinione pubblica in una direzione, peraltro sempre la stessa.

Eppure, nessun giornalista, forse perché distratto dall’incantevole scenario dello Stretto, si indigna per la tribuna riservata all’interno di un TG locale ad una saccente collega che in piena campagna elettorale ha avuto la possibilità di dichiarare tutto il proprio amore al potente di turno, Matteo Renzi, dopo aver snobbato Grillo, ignorato a fin di bene Berlusconi e ripetutamente premuto il grilletto all’indirizzo del solito bersaglio, per di più beffardamente chiamato “Peppe”, quasi a voler far passare per eutanasia un omicidio, senz’altro aggravato dalla premeditazione, in uno alle modalità, efferate, ed alla pretesa di garantirsi l’impunita’ offendendo l’intelligenza del reggino.

Ed allora, cari amici giornalisti, se la partecipazione popolare già da un po’ di tempo caratterizza qualche conferenza stampa, iniziate a farvene una ragione. E’ la gente, bellezza! P.S. Gli amici giornalisti sono pregati di astenersi dall’evidenziare la “impossibilità materiale” di poter lavorare, trattandosi di espediente idoneo a solo recare offesa alla loro intelligenza.

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