L’Università Mediterranea su soppressione Tar Calabria

UniMediterraneaIl Rettore, il Senato Accademico ed il Consiglio di amministrazione dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria esprimono seria preoccupazione per l’annunciata soppressione della Sezione staccata del Tribunale amministrativo regionale con sede nella nostra città. Tale decisione, inserita in un provvedimento normativo sulla riforma della pubblica amministrazione, è gravemente pregiudizievole per la tutela della legalità, dei diritti dei cittadini e del buon funzionamento delle amministrazioni pubbliche. Si trascura che l’istituzione nella nostra città della Sezione autonoma del TAR, come anche della Corte di appello, è avvenuta più di quarant’anni fa per le peculiari esigenze del territorio e per l’elevato numero di ricorsi, al fine di garantire una giustizia più vicina ai cittadini, alle amministrazioni ed alle imprese. L’efficacia di tale scelta è dimostrata dalla celerità dei giudizi amministrativi, che garantiscono in concreto i diritti, ma soprattutto rafforzano in tutti la consapevolezza che è possibile ottenere giustizia in tempi brevi contro il malaffare amministrativo e le collusioni con la criminalità organizzata. Perciò, la Sezione del TAR è stata in questi anni garanzia di legalità e baluardo della democrazia e dello Stato di diritto. Il danno che subisce la città è grave. Le decisioni dei giudici amministrativi riguardano tanti aspetti della vita economica e sociale: dal corretto svolgimento dei concorsi pubblici, ai titoli abilitativi in materia edilizia fino alle gare per gli appalti pubblici. La chiusura del TAR, peraltro, non avrebbe benefici effetti sulle finanze pubbliche, come vorrebbe il testo legislativo. La sede del TAR, infatti, è ospitata in un bene demaniale e dunque non comporta impegno di risorse pubbliche, a differenza di quanto avviene per il TAR di Catanzaro, alloggiato in locali privati. Grave nocumento avrebbero magistrati e personale trasferiti a Catanzaro, ma soprattutto i cittadini e le imprese, che – dovendosi costituire in giudizio presso il TAR di Catanzaro – subirebbero maggiori oneri. Un ultimo argomento va sottolineato da parte dell’Università. Oltre alle sue naturali funzioni giudiziarie, il TAR ha costituito in questi anni un polo culturale, mettendo in atto iniziative di studio e didattiche d’intesa con l’Ateneo. I nostri studenti hanno potuto partecipare alle udienze del TAR e collaborare direttamente con i magistrati, imparando la difficile arte del giudicare; insieme con l’Ordine degli Avvocati e l’Università, il TAR ha organizzato cicli di incontri su problemi giuridici; i magistrati hanno svolto attività di docenza nella Scuola per le professioni legali, nei Master e nei corsi di formazione per i dipendenti pubblici. Tutte queste collaborazioni costituiscono un patrimonio insostituibile, che la soppressione della sezione del TAR farebbe venire meno. Né si può dimenticare che, con lo stesso provvedimento normativo, si sopprime anche la sede decentrata della Scuola superiore della pubblica amministrazione, oggi Scuola nazionale dell’amministrazione, impoverendo ulteriormente il territorio di una istituzione formativa necessaria per migliorare la qualità dell’azione amministrativa. La soppressione della Sezione del Tar di Reggio Calabria farebbe emergere un’anomalia di estrema rilevanza e cioè che Reggio Calabria resterebbe l’unica città metropolitana priva di una delle articolazioni istituzionali più impegnate ed esposte sul fronte della legalità e dell’esigenza della piena efficienza delle attività amministrative. Per tutti questi motivi, gli Organi accademici auspicano che il provvedimento normativo che prevede la soppressione della Sezione staccata del Tar di Reggio Calabria, come peraltro anche della sede reggina della Scuola nazionale dell’amministrazione, venga modificato dal Governo e dal Parlamento in sede di approvazione della legge di conversione del decreto.

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