Il “Grillo Parlante” confessa che non gli interessa il Sud

Italia meridionaleFigurarsi se la visita di Beppe Grillo a Bruxelles poteva passare sotto silenzio, sopratutto quando il suo sodale inglese aveva conquistato le prime pagine dei media europei che informavano della sceneggiata dei parlamentari di Farage che avevano deciso di ascoltare le delicate note dell’Inno alla gioia di Beethoven, con il quale si inaugura ogni nuovo insediamento del Parlamento europeo, voltando le spalle alla Presidenza. Figurarsi se Beppe Grillo avrebbe potuto accettare che il primo piano del palcoscenico fosse occupato da altri e non anche da lui stesso. Ma anche se c’è chi sostiene che le uscite di Grillo bisognerebbe ignorarle totalmente, dato che non hanno né capo né coda ma vengono usate per colmare il vuoto politico del suo pensiero (sic!), non ce la sentiamo di chiudere gli occhi e di ignorare quanto è avvenuto. Tra l’altro la nostra scelta, pur essendo quella più giusta, non servirebbe a niente a fronte delle amplificazioni che i media nazionali e locali garantiscono alle trovate dell’ex guitto genovese che, purtroppo, continuano a produrre veri e propri danni tra le fila del popolo che ancora lo segue. Il nostro aspirante primo comico, dopo aver affermato, negli anni passati, durante il suo tour siciliano, che la mafia non esiste nelle regioni meridionali perché è emigrata tutta al Nord, adesso, ha cambiato registro chiedendo ai burocrati di Bruxelles di non inviare più fondi comunitari in Campania, Sicilia e Calabria perché finirebbero tutti nelle fauci della criminalità organizzata, dimenticando quanto aveva affermato quando arringava i divertiti e plaudenti partecipanti al suo comizio siciliano sulla mafia che al Sud non esisterebbe più. Ma dato che Grillo vive alla giornata ed è alla continua ricerca del coup de theatre, che gli faccia mantenere la visibilità, non deve né rispettare quanto detto in precedenza né documentarsi su come stanno effettivamente le cose.  Ma forse c’è di più. Come qualche commentatore ha rilevato, la voglia di strabiliare chi lo ascolta, costringe il Grillo parlante a spararle sempre più grosse facendo emergere tutta la sua natura ‘razzista’ nei confronti delle popolazioni meridionali che si ‘sono comportate’, alle ultime elezioni, da ingrate, avendo decimato i suffragi ricevuti l’anno prima e che il guru pentastellato sperava, ma inutilmente, di vederli incrementare ulteriormente. Solo il suo becero razzismo lo spiege a scaricare fango sui meridionali che lui di sicuro considera, quasi tutti, o malavitosi o dediti alla corruzione e, quindi, da eliminare, forse anche fisicamente.Grillo Dimentica, però, che già ora, che a stringere i cordoni della borsa, nei confronti del Sud, sono già stati gli stessi governanti italiani. Mentre al Nord infatti,(malgrado la crisi), sono in piedi cantieri di grande importanza come Tav, Expo, Mose, Brebemi, corridoio Genova-Rotterdam, ecc., nel Mezzogiorno il signor Monti, con il Ministro Corrado Passera, armato di sacro furore distruttivo, ha cancellato il famoso corridoio Berlino-Palermo fermando l’Alta Velocità a Salerno isolando ulteriormente almeno tre regioni meridionali, e creando un danno enorme all’intero Paese. Così comandò la signora Merkel e così è stato fatto, e a nulla è valsa la disponibilità cinese a finanziare le opere. L’alibi dietro il quale si è nascosta l’incapacità di far superare il gap storico tra Nord e Sud è l’uso vergognoso che si è fatto sui tempi di realizzazione dell’unica infrastruttura degna di questo nome, come l’A3, usata continuamente come oggetto di scherno da parte dei suoi colleghi comici, e massacrata senza pietà dai media e dalle stesse televisioni. Chiaro l’obiettivo di far passare il luogo comune che al Sud languono anche gli appalti già avviati e che è meglio abbandonare quelle terre al loro triste destino.  In quest’ottica la sortita del pentastellato non è altro che lo sfondamento di una porta aperta per far concorrenza a chi punta tutto e solo sul popolo del Centro e del Nord e ignora il Sud.

                                                                        Giovanni Alvaro

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