Una città allo sbando

foto di GNS

Solitamente è nei mesi estivi che una città rinasce, disintossicandosi dalle fredde attività che l’hanno costretta a periodi di lunga decadenza.

Ed è proprio adesso il momento in cui Reggio Calabria fiorisce; le strade si popolano di turisti, tavolini e sedie sono allestiti fuori degli esercizi commerciali e i lidi iniziano ad attivarsi.

C’è una cosa a Reggio Calabria che non cambia in base alle stagioni, radicandosi nel tempo: la maleducazione. Adolescenti che regalano pesanti termini offensivi se fai notare loro di star camminando nel bel mezzo della strada trafficata.

Cittadini che – lamentandosi dei cumuli di spazzatura per le vie della città – non si lasciano scappare l’occasione di depositare accanto ai cassonetti il loro vecchio frigorifero, o perché no, sbarazzarsi del divano a tre posti della nonna, magari adagiandolo fra la raccolta del vetro e quella degli abiti usati.

La maleducazione a Reggio Calabria non è più un caso raro, ma è diventata un must. Se non sei maleducato non sei di questo mondo, e se non ti adegui alle regole della maleducazione, vieni visto come l’alieno che non sa adattarsi al fare riggitano. Se da una parte abbiamo le offese pubbliche del ragazzino, il frigorifero accanto ai cassonetti, dall’altra troviamo la presunzione alla guida.

Note a tutto il mondo sono le triple file che si creano nelle vie più improbabili del centro, i parcheggi selvaggi e i marciapiedi adattati a postazioni di parcheggio. Mosso da un senso di caos automobilistico, il cittadino che sceglie di andare in giro in bici si ritrova in serio pericolo di vita per sua stessa causa.

Seppure la pista ciclabile non sia questa perfezione ingegneristica ed estetica, quantomeno, resta l’unica via percorribile senza cadere vittima di scontri automobilistici. Perché se il traffico urbano è il primo pericolo per il ciclista, il ciclista maleducato lo è a sua volta per chi si trova in auto.

Motorini, moto e bici che sfrecciano senza alcuna cautela e senza accortezza stradale. Allora, forse, è bene fare un giro a piedi, sempre se non capiti nel bel mezzo di un mucchio di vetri rotti. Di qualche settimana fa, infatti, è l’episodio che ha visto i nuovi maturandi di un noto liceo reggino, festeggiare la fine dell’anno scolastico e degli esami a suon di bottiglie scaraventate per terra, lasciandone i resti e causando un altissimo disagio e pericolo alla cittadinanza. A distinguersi nel mare di maleducazione che inonda le scuole, due ragazzine che – armate di scopa e paletta – hanno dato la loro disponibilità nel raccogliere le prove dell’inciviltà in cui i loro coetanei sembrano sguazzare.

Tracce visibili di inciviltà adolescenziale possono essere rilevate sempre nella zona del lungomare, dove rinfrescanti cocktail lasciano il posto a tappeti di bicchieri vuoti, mozziconi di sigarette e quanto di peggio si può avere nella – ormai conosciutissima dal giovane riggitano – fase di sbornia. Scritte sui muri, elementi architettonici distrutti e rispetto del territorio e della società pari a zero.

Questo il quadro allarmante che si vede in questa città allo sbando, dove la presenza di oltre venti ragazze a battere la strada nella via più rinomata viene stranamente tollerata come la prostituzione nelle zone della Stazione Centrale e piazza Garibaldi. Una città dove tutti sono buoni a lamentarsi ma mai ad agire, a cambiare in favore del rispetto altrui.

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About the Author: Ilenia Borgia