UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA

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di Carlo Viscardi – “Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibile; Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5S ogni confronto democratico e che l’Italia dovrà pagarne tutte le conseguenze. Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, il M5S non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto”. Con queste dichiarazioni il leader del M5S, Grillo, reagisce alla chiusura del PD verso il suo movimento con la cancellazione del previsto incontro fra Pd e M5S.
Dalle pagine del suo blog, viene pubblicata una sua telefonata a “La Cosa” dove definisce il premier così: “è un ebetone pericolosissimo, quindi molto sottovalutato anche da me, e questo me ne dispiace, ma andiamo verso veramente una grande criminalità organizzata di stampo democratico, quindi io esorto veramente le persone, i cittadini, anche i componenti di altri partiti, se hanno ancora un po’ di barlume di democrazia dentro, non si può fare fuori l’opposizione così, fare finta, questa è gente falsa, ipocrita; Io abbraccio anche i ragazzi che si sono fatti prendere in giro da questi falsi e ipocriti che vanno 10 punti, parlano del documento che dovrebbe essere consegnato a chi? A casa di chi? A casa della casa della casa di chi?”
Parole dure e commenti “pesanti”, in linea con il modus operandi di Grillo, ma che no cadono nel vuoto, infatti la replica di Renzi non manca ed in un Tweet risponde : “Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui #M5S è pronto a votare con noi? #pochechiacchiere; Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla”.
Speranza (PD) spiega le motivazioni in aula affermando : “Il Pd considera questo confronto molto serio ed importante per il dibattito democratico nel nostro Paese e per dare più forma al percorso delle riforme. Proprio per questo riteniamo imprescindibile che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nei giorni scorsi dal Partito democratico”.
Luigi Di Maio cercando di non sbattere definitivamente le porte in faccia al PD risponde : “Quello che a noi dispiace è prima di tutto il fatto che si è persa un’occasione oggi, per gli italiani, per arrivare a punto concreto. Noi abbiamo le idee molto chiare, ma vediamo dall’altra parte molta confusione. Da ora in poi parliamo solo con Renzi, nel Pd gli altri non sono affidabili, siamo esterrefatti. Ora – prosegue Di Maio – aspettiamo quali sono le reazioni dall’altra parte; non c’è nessuna volontà di far saltare questo tavolo. Una legge che ha le preferenze, non ha gli sbarramenti”. RENZI
A breve giro di tempo il vicepresidente PD, Lorenzo Guerini conclude : “neanche il PD intende far saltare il tavolo, consapevole del fatto che l’urgenza delle riforme chiama tutti a lavorare con impegno e tempestività, confrontandoci con tutti”.
Le reazioni del PD, analizzando gli avvenimenti, potrebbero arrivare dalla sicurezza dell’appoggio e delle rassicurazioni arrivate dall’ex Cvaliere, Silvio Berlusconi, che mettendo le mani avanti dichiara : “Ribadisco che il nostro dialogo con le forze che compongono l’attuale maggioranza di governo è limitato al solo tema delle riforme istituzionali. FI resta infatti convintamente all’opposizione non condividendo la politica economica e la politica sulla giustizia sino ad ora messe in atto da questo esecutivo; Ho invitato ed invito i nostri deputati e i nostri senatori a sostenere convintamente questo percorso, a cominciare dalla riforma che riguarda il Senato, che sarà seguita dalla discussione e approvazione della nuova legge elettorale e dalla riforma del Titolo V”.
Quindi la maggioranza, o meglio il Governo, anche se con tantissimi “mal di pancia”, molti ripensamenti e alcune “defezioni” riesce a reggere con l’appoggio esterno di FI, ma per quanto? Riuscirà il premier a barcamenarsi e a portare a termine almeno una riforma?

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