Ice Bucket Challenge: il fenomeno virale a supporto della Sla

icebucketchallenge“Nel bene o nel male purchè se ne parli” diceva Oscar Wilde ne “Il ritratto di Dorian Grey”. Sembra essere questo il concetto che meglio possa descrivere il tormentone dell’estate dell’ Ice Bucket Challenge, una doccia gelata a cui decidono di sottoporsi personaggi famosi e non, per sensibilizzare il mondo intero alla lotta contro la Sla e raccogliere più fondi possibili per la ricerca. Non sono ben chiare le origini, sembrerebbe infatti che, iniziative simili sia state già tentate negli scorsi anni, legate ad altre malattie, ma a fare la differenza per l’#ALSicebucketchallenge è stata la TV americana: il 30 giugno i personaggi del programma Morning Drive lo mettono in scena e ne spiegano la funzione: una donazione, una secchiata gelata versata addosso e la nomina di due o più persone a cui toccherebbe la stessa sorte. A dare il via a questo fenomeno globale sembrerebbe essere stato Pete Frates, giocatore di baseball del Boston College, colpito da sla, che avrebbe deciso di utilizzare uno dei riti dello spogliatoio per sfidare compagni e amici. Una moda americana che ha fatto in breve tempo il giro del mondo e non ha tardato a sbarcare in Italia: dal Premier Renzi, nominato da Jovanotti e Fiorello, passando per Zucchero, Celentano, Elisabetta Canalis, Elena Santarelli, vecchie e nuove glorie dello star sistem, politici, ma anche gente comune che, attraverso i social network vuole essere partecipe del fenomeno del momento e i numeri sono pressoché impressionanti: 800.000 i post su Instagram da tutto il mondo, 28 milioni coloro che su Facebook si sono espressi tramite commenti o anche semplici like, 2,4 milioni di video condivisi. Esporsi però è sempre un’arma a doppio taglio e le critiche non si risparmiano, se c’è chi non vede l’ora di essere nominato, c’è anche chi dice che sia solo un modo per mettersi in mostra e di umano abbia ben poco, complice anche il fatto che se in America i fondi raccolti al 23 di agosto sono 62,5 milioni di dollari, in Italia la generosità è stata sicuramente minore, almeno fino ad oggi appena 73 mila euro sono stati devoluti per la causa, la domanda sorge dunque spontanea: ad ogni secchiata corrisponde una reale donazione?Perchè alla fine è quello il senso dell’iniziativa, perchè la moda passa, ma la malattia no.

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