Alitalia si, Alitalia no

aeroporto dello strettoAlitalia dopo l’accordo raggiunto con Etihad l’8 agosto scorso per salvare la compagnia di bandiera, cerca di mettere ordine e di ottimizzare le risorse, lo fa partendo dai tagli e riducendo i collegamenti. Si parte da Torino e così dall’1 ottobre via i collegamenti da Caselle per Alghero, Bari, Catania, Palermo e le destinazioni calabresi di Reggio e Lamezia. Una decisione contestatissima dai rappresentanti delle tratte interessate che accusano la compagnia di “tagliare in due l’Italia” e che Alitalia giustifica con l’esigenza di risparmiare definendole “rotte economicamente poco sostenibili”, fra rotte che rendono e rotte che perdono dunque si cerca di fare il possibile, ma se si da un’occhiata ai numeri la società sembra possa essere facilmente smentita: il traffico generato dalle rotte che intendono essere cancellate infatti si aggira complessivamente intorno al mezzo milione di passeggeri all’anno e per di più con un alto coefficiente di riempimento. Mentre si cerca di convincere i vertici ad un dietrofront  con un incontro chiesto dal Sindaco Fassino e fissato per lunedi alle ore 18 , si inizia a pensare anche a compagnie low cost che possano sopperire al Alitalia e coprire le eventuali tratte scoperte con un occhio di riguardo a Ryanair. Se quella della compagnia rappresenta infatti una scelta quasi obbligata, a suo dire, per la salvaguardia dell’azienda, è anche vero che rappresenterebbe un grandissimo disagio alle città colpite dalla soppressione dei voli, il sud resterebbe scoperto, si tenga conto anche che in particolare la destinazione di Reggio Calabria difficilmente può essere coperta da una compagnia qualsiasi in quanto la sua posizione geografica e la conformazione della struttura aeroportuale richiedono  piloti e aeromobili con esperienza specifica e determinate caratteristiche. Non ci resta che attendere fiduciosi lunedi.

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