Meno austerità da Parigi

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di Carlo Viscardi – “Non siamo ancora al punto in cui si possa dire che la crisi è alle nostre spalle; I Paesi devono fare i loro compiti per il loro benessere, <> si chiama così perché non può esserci crescita sostenibile senza finanze solide” questa la dichiarazione rilasciata dal primo ministro tedesco “Frau” Merkel in merito alla presa di posizione del governo francese in merito alla questione “austerità” e rapporto deficit\pil.
Il governo francese in questi giorni per voce di Sapin, lasciando di stucco la stessa Germania a cui faceva da spalla in ogni attacco contro i conti del nostro paese, ha dichiarato : “Nessun ulteriore sforzo sarà richiesto alla Francia, perché il governo – assumendosi la responsabilità di bilancio di rimettere sulla giusta strada il paese – respinge l’austerità”. Facendo riferimento ai grandi sforzi per portare la nazione al pareggio di bilancio e dentro i parametri comunitari, la Francia «si è assunta le proprie responsabilità» in materia di conti pubblici, ora l’Unione europea «deve a sua volta assumersi le sue responsabilità, in tutte le sue componenti» di fronte alla scarsa crescita e al rischio deflazione. In “soccorso” delle idee “germaniche” arrivano le dichiarazioni da Bruxelles del commissario designato agli affari economici Pierre Moscovici nell’audizione all’Europarlamento : “Stabilità e crescita non sono opposti, non c’è crescita senza riduzione dei debiti e non c’è riduzione dei debiti senza crescita; Mi assicurerò che tutti, sottolineo tutti, rispettino le regole comuni; Cosa farò di fronte al mio Paese d’origine? Regole, niente altro che regole, sono qui per garantire la nostra funzione di controllori del bilancio e se un paese non soddisfa gli obblighi del trattato e si trova sotto procedura come la Francia, io continuerò con la procedura”. Da buon “burocrate” ed “inflessibile” controllore delle regole afferma : “flessibilità non può essere cambiamento delle regole né interpretarle in modo creativo e scapigliato, il nostro sistema è intelligente non rigido, si valutano molto gli sforzi strutturali, in Francia abbiamo fatto 1,2% nel 2012 e 1,3% nel 2013; applicherò il principio del pari trattamento, non è giusto dare un vantaggio a un Paese quando altri hanno fatto grandi sforzi, sono qui per garantire la credibilità del Patto non per metterla in discussione, non sarò indulgente in nessun modo con nessuno”. Di certo tali dichiarazioni sembrano non dare adito a dubbi o ripensamenti, e di certo non lasciano intravedere ne da una parte ne dall’altra uno spiraglio di discussione o “mediazione”, potremmo definirlo “muro contro muro”. Pierre Moscovici
Di certo la “palla” è stata colta al volo dal nostro premier, che in visita ufficiale nella City di Londra si lascia andare ad una serie di dichiarazioni prima lanciando “la pietra” dichiarando : “Se la Francia ha deciso così avranno i loro motivi e io sto con Hollande” poi nascondendo la mano, come il più “discolo” dei monelli ribadendo : “Noi rispettiamo il 3% ma rispettiamo anche le decisioni di un Paese libero come la Francia”, non senza lesinare una “frecciatina” al cancelliere tedesco : “ E credo che nessuno abbia il diritto di trattare gli altri Paesi con lo stile con cui si trattano gli studenti”.
Ora mano alle dichiarazioni, ai lavori di “fioretto economico\diplomatico” fra Francia Germania e chissà che questa volta la furbizia tipica toscana, non giovi e porti a casa nostra qualche buona opportunità, oppure solo parole al vento?

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