Tasse insostenibili? Gli italiani rinunciano alle case

A causa della forte crisi economica, delle innumerevoli tasse che gli italiani non riescono a sostenere e del sempre images (1)più basso tenore di vita che si respira in Italia, si sta verificando un fenomeno davvero sconvolgente. Non riusciamo a pagare l’Imu? Cediamo la nostra casa allo Stato. Sembrerebbe una soluzione fuori dal comune, invece è quello che potrebbe accadere oggi nel nostro Paese, molte infatti le richieste a Confedilizia, l’organizzazione dei proprietari di immobili, per avere informazioni sull’istituto della rinuncia. Il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani infatti, afferma preoccupato: “C’è chi decide di demolire la propria casa, di renderla inagibile, nel nord est scoperchiano i capannoni abbandonati per non pagare Imu e Tasi, sono in crescita le schede di cancellazione degli immobili dal catasto. Come associazione – prosegue Sforza Fogliani – siamo costernati di dover aiutare i nostri soci a distruggere un patrimonio immobiliare, ma è il risultato di un fisco incivile che tassa anche gli immobili che non producono alcun reddito”. Questa possibilità della rinuncia, è assolutamente prevista dal codice civile. Di solito viene utilizzata al momento della successione ereditaria, quando l’erede decide che un determinato bene, è troppo oneroso e invece di benefici economici, genera perdite. Ma è possibile anche per qualunque bene di proprietà, la cui gestione è diventata troppo onerosa, nel caso in questione, la casa. Purtroppo però, anche la rinuncia costa. Per esempio, per un immobile modesto con rendita catastale di 250 euro e una base imponibile di 31.500 euro, il totale delle imposte può variare da 2.935 euro, se si applicano le imposta di registro e le imposte ipotecarie e catastali, a 3.465 euro, se si applicano l’imposta sulle successioni e donazioni, oltre alle imposte ipotecarie e catastali. Insomma, qualsiasi cosa si decida, purtroppo è sempre il cittadino italiano a “pagare”.

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About the Author: Sonia Polimeni