Dvorkin, giornalismo e pubblicità come soluzione anticrisi

11:00 – Reduce dal Festival of Media Global tenutosi a Roma, il giornalista più odiato dai suoi colleghi, Lewis Dvorkin, si è lasciato andare con dichiarazioni che hanno destato il malcontento nel settore giornalistico. Dvorkin, Chief Product Officer di Forbes, afferma come sia improponibile il livello di giornalismo, così come tradizione ormai comanda, e quanto – invece – sia necessario trovare una combinazione editoriale accattivante e fruttuosa. Una strategia messa in atto in passato da Dvorkin, risale alla sua esperienza con il New York Times, il Newsweek e il Wall Street Journal, dove lo stesso cronista diede vita ad un ibrido editoriale: i contenuti pubblicitari rielaborati sotto forma di notizia. Un escamotage, se vogliamo, per far passare un marchio, una firma, un ben preciso prodotto attraverso l’editoria. Un legame tra giornalista e la grande azienda che andasse al di là dal semplice spot o dal piccolo riquadro in quarta di copertina. In questo, Dvorkin fu molto chiaro: “La condizione essenziale per le aziende per non autorinchiudersi nel ghetto della pubblicità era creare contenuti interessanti per i nostri lettori, non semplici comunicati stampa. L’idea, ai tempi di True/Slant, ci venne osservando che il marchio di birra Beck’s aveva incaricato un autore comico di realizzare i contenuti del suo sito” (fonte – Blog personale di Lewis Dvorkin). I risultati di questa nuova filosofia di marketing mediatico e interattivo, iniziano a leggersi tra le indagini di mercato con incrementi del 60% nel giro di un paio di anni. Ma non sono disposti a seguire le orme di Dvorkin i colleghi giornalisti che preferiscono non abbandonare la strada vecchia per quella nuova, o non vogliono imbattersi nei meandri del mondo pubblicitario. Dvorkin, dal canto suo, non arresta il proprio invito a cambiare rotta: “I giornalisti, si sentono i protettori dei lettori, sono aggrappati all’idea di essere gli unici custodi della verità, ma se non accettano l’idea di far evolvere la loro professione, se non decidono di scambiare reciprocamente conoscenze e valori con i neofiti venuti dal web, saranno definitivamente travolti. Inoltre, le nuove forme di comunicazione dimostrano che è la supremazia del contenuto il bene primario e per tutti i giornalisti espulsi dal lavoro, in questo periodo di crisi della stampa, possono rappresentare nuove opportunità professionali”.

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About the Author: Ilenia Borgia