Anassilaos, incontro sul tema “La storia millenaria del furto di opere d’arte”

anassilaosSi terrà martedì 18 novembre presso la Sala di San Giorgio al Corso alle ore 17,30, promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, l’incontro sul tema “La storia millenaria del furto di opere d’arte” . Interviene Riccardo Consoli, Dottorando di Ricerca presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Il relatore parlerà di come sia importante, per capire il senso della razzia dei “beni” che ora definiamo culturali, partire dalle origini di questo fenomeno. Egli illustrerà quelli che sono stati i passaggi principali e le caratteristiche delle razzie attraverso una carrellata “storica”, passando dai Sumeri ai Babilonesi, dagli Egiziani ai Romani e così via, concludendo con uno speciale affondo sui giorni nostri, presentando la neo-nata figura, oltre ai tradizionali “tombaroli” e collezionisti, del delinquente eclettico. Il furto di opere d’arte infatti è antichissimo. Ci sono state le razzie belliche dei Romani aventi per oggetto soprattutto la Grecia e l’Asia Minore e, per venire ai nostri giorni, le spoliazioni perpetrate dalle truppe di Napoleone, che hanno depredato l’Italia, la Spagna, l’Olanda arricchendo i musei francesi e soprattutto il Louvre e, durante la Seconda Guerra Mondiale, la organizzata razzia di opere d’arte – pianificata da Goering – da parte dell’esercito nazista che avanzava in Europa. Accanto a questi “furti”, frutto di vicende belliche, vi sono poi i furti individuali, clamoroso quello della Gioconda avvenuto nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 agosto 1911 ad opera dell’italiano Vincenzo Peruggia e, nel 2004, il furto dell “Urlo” di Edvard Munch, rubato a Oslo dal Munchmuseet. Un discorso a parte meritano in Italia i trafugamenti di opere d’arte, provenienti da scavi clandestini o da ritrovamenti subacquei, che venduti clandestinamente trovano la via dei musei esteri o di collezionisti privati. Non poche opere d’arte riconducibili al periodo greco sembrano essere state trafugate in Calabria. Pensiamo alla cosiddetta “Testa di Basilea”, che faceva parte del relitto di Porticello, ritrovata in Svizzera.

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