Minasi: crollo dell’affluenza alle urne da non sottovalutare

Tilde MinasiÈ noto ormai come il vero protagonista di questa tornata elettorale, in Calabria come in Emilia – Romagna, sia stato il crollo dell’affluenza alle urne. Un dato che non va assolutamente sottovalutato. Anzi, al contrario, questo elemento dovrebbe rappresentare un punto di partenza ben definito: le percentuali parlano chiaro, ci raccontano in maniera netta come gran parte dei calabresi abbia deciso di non esercitare un importantissimo diritto, di non essere presente, di non sentirsi parte attiva nei processi elettivi. Sono sicuramente in disaccordo con il ‘non voto’ poiché credo che sia fondamentale non delegare. Però, nel contempo, non si può ignorare di aver assistito a qualcosa che, seppur non abbia fatto rumore in senso letterale, è riuscita, a mio avviso, ad essere comunque assordante. E quindi non può che essere ascoltata. Ai nuovi Consiglieri Regionali ed ai futuri Assessori, a chi ha il compito significativo di guidare una terra bellissima e difficile come la Calabria, formulo i migliori auguri per un lavoro che sia proficuo. D’altro canto vorrei rivolgere loro un appello affinché non dimentichino di essere stati scelti dal 44% degli aventi diritto al voto essendo però, ovviamente, i rappresentanti di tutti anche, e forse soprattutto, di coloro che hanno deliberatamente disertato le urne. Adesso, infatti, insieme alla risoluzione delle questioni più importanti, uno dei compiti prioritari è proprio quello di uscire dalle stanze, di riavvicinare più della metà degli aventi diritto al voto alla politica ed alle istituzioni, di colmare un distacco ormai troppo rilevante, di rinsaldare una fiducia e dare nuova linfa al rapporto che dovrebbe legare i cittadini a chi governa un territorio. Insomma analizzare seriamente un malessere e un disagio che sono stati espressi tramite il ricorso massiccio all’astensionismo. Il non recarsi ai seggi elettorali in numero così imponente, infatti, determina la mancanza di un tassello molto solido al concetto di piena democrazia, che, naturalmente, è concepito da un’essenza che va ben al di là dei numeri. Considerare, in definitiva, quanto contino, in termini di peso reale e non legale naturalmente, elezioni in cui nessuno riesce ad intercettare il voto del 51% dei votanti ed anche su questo avviare una profonda riflessione.

Tilde Minasi

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