Manovra economica: nel 2016 la pressione fiscale aumenterà

stabilitàNon c’è solo il Jobs act, altrimenti detto riforma del lavoro, a scaldare smisuratamente il dibattito tra la varie forze politiche e il confronto tra i contrapposti fronti interni (quello”dem” in primo luogo). Un altro motivo di forte attrito, che tra l’altro mette in evidenza le solite lacune legislative e le incongruenze tra ciò che la classe politica intende fare e ciò che concretamente fa (o ha fatto), è rappresentato, come è noto, dalla manovra economica, altrimenti detta legge di stabilità, che ha avuto il grande merito, assieme all’intervento in materia di lavoro, di spaccare letteralmente in due la sinistra italiana, stretta tra minoranza e maggioranza Pd, la quasi estinta sinistra radicale (sebbene tenti sempre di riciclarsi sotto mentite spoglie) e il variegato mondo sindacale. Quest’ultimo – ogni tanto è bene ricordarlo – presenta varie posizioni al proprio interno, anche se registra il solido asse venutosi a creare tra la Fiom di Landini e la Cgil della Camusso, soprattutto a seguito della responsabile (opportunistica, per qualcuno) assunzione di responsabilità in merito a due questioni: da un lato, l’aver sottovalutato, per troppo tempo, il fenomeno dell’estensione e successiva radicalizzazione del precariato, dall’altro, l’essersi limitati a tutelare principalmente i propri iscritti, criticando al contempo quello che molti di loro amano definire, in modo errato, corporativismo, con riferimento alla tutela settoriale degli interessi delle singole categorie.

berlusconi-forza-italia-650Sta di fatto che la manovra economica, cosi com’è strutturata, non accontenta nessuno, nemmeno i moderati di Forza Italia, che, nonostante il patto del nazareno, sono impegnati in queste settimane a denunziare il surrettizio aumento della pressione fiscale, secondo loro legato proprio alle manchevolezze e alle contraddizioni della legge di stabilità. E, a ben vedere, negli ultimi giorni la presa di posizione del partito di Silvio Berlusconi si sta facendo sempre più importante. Dopo quanto chiarito da Bankitalia, in merito alla certezza dell’aumento della pressione fiscale nel 2013 (43,3%), si è aggiunta un’altra voce autorevole, ovvero quella della Cgia di Mestre. La Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato, infatti, ha spiegato che, entro il 2016, il carico fiscale rischia di passare dal 43,3%, confermato anche per quest’anno, al 43,6%, soprattutto a causa dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva). cgiaProprio in virtù dell’impegno, assunto dal nostro Paese, di rispettare i vincoli europei del patto di stabilità, il taglio alla spesa pubblica diventa un obiettivo niente affatto trascurabile se si intende davvero evitare l’aumento di cui sopra. “In altre parole – ha specificato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – se il governo non riuscirà a tagliare gli sprechi e gli sperperi, a pagare il conto saranno ancora una volta gli italiani che subiranno l’aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti”.

A tutto questo si aggiunga un ulteriore campanello di allarme che riguarderebbe i famosi 80 euro relativi al discusso bonus bebè. La possibilità che questa misura venga legata all’indicatore Isee, comporterebbe che il numero dei possibili beneficiari scenda da 415 mila a 330 mila, con l’ulteriore conseguenze che poco più di 80 mila di questi – ovvero coloro il cui reddito non supera i 7 mila euro – vedano raddoppiare il bonus in questione, che salirebbe a 160 euro.

renzi-300x168Insomma, per dirla in parole povere, le sorprese e le possibili conseguenze negative legate alla manovra economica dell’esecutivo Renzi, targato Pd, con Ncd con la “nobile” funzione di stampella pronta subito per l’uso, sono all’ordine del giorno e smentiscono costantemente le previsioni, le convinzioni e le costruzioni di questo Governo che, nonostante le europee e le primarie del Pd, non gode di legittimazione popolare.

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About the Author: Luigi Iacopino