Reggionamenti: Occorre porre rimedio ai disservizi idrici in centro

Augusto Borbotti“Il perdurare di disservizi idrici al centro storico, che sta caratterizzando i primi mesi di legislatura municipale, avvilisce ed incollerisce i residenti che, è bene rammentarlo, al centro città si differenziano per una percentuale sensibilmente superiore di anziani, quindi di persone fragili; e le recenti vette di rigidità climatica, sommate al problema idrico, certamente non aiutano codesti anziani a godere di quella gradevolezza residenziale di cui essi, talvolta ammalati, hanno obbligatorio bisogno. Ma il persistere dell’inadeguatezza del flusso o della completa assenza di acqua potabile penalizza anche i tanti commercianti del centro storico, soprattutto i titolari di locali adibiti a mescita ed a ristoro e – va evidenziato – il problema non è solo legato alla possibilità di offrire il servizio e le vettovaglie ma anche quello di garantire l’igiene delle stoviglie e dei coperti e la pulizia dei locali e dei vespasiani, soprattutto al “popolo della notte”, cioè a quei tantissimi giovani che vivono la Reggio dei locali pubblici notturni.” Lo afferma il Presidente dell’Associazione “Reggionamenti”, Augusto Borbotti che aggiunge: “ci sembra che la negazione dei più elementari livelli di amministrazione dei servizi registratasi nei due anni bui del commissariamento – e che per taluni aspetti e scelte è apparsa più in una logica di punizione che di gestione – si protragga anche ora che una scelta netta dell’elettorato ha sancito una nuova maggioranza di centrosinistra per l’amministrazione della Città. Appare chiaro che da Palazzo San Giorgio non ci si possa abbarbicare agli specchi per giustificare – ora con una pompa guasta di cui è responsabile l’ente erogatore poi con una serie di guasti e di perdite della condotta di cui non si riesce ad individuarne il principio e finanche quasi recriminando sul destino infame che non aiuta i rinnovatori – quella che è da considerarsi una visione miope della problematica idrica del centro storico, che richiede storicamente la esigenza di stare sempre all’erta in un territorio che per “morfologia del sistema” è precario, è frangibile e va sempre monitorato e riparato. Ci sembra – ha continuato il Presidente di “Reggionamenti” – che ci sia da parte dell’Amministrazione Comunale una marcata propensione a trascurare ed a non accomodare le perdite idriche minori, a ignorare quello stillicidio di dispersioni che connotano nella loro storica precarietà il sistema e la rete dell’acqua potabile di Reggio–centro e che fanno necessariamente la differenza nell’erogazione alle famiglie ed alle tante attività commerciali che, per la loro numerosità, concorrono ampiamente al grande fabbisogno dell’area civica. Ignorare la dispersione, sottovalutare le piccole perdite, che poi provocano grossi disagi e talvolta voragini, e non provvedere alla loro riparazione concorre a conclamare un disservizio di zona, di strada, di condominio, (minoritario ed a macchia di leopardo) che “fa la differenza” (di flussi e di qualità) per famiglie ed utenti ma non crea contestazione e rimane nell’oblio. Concorre ad acclarare che non c’è quel controllo del territorio che crea identità di buongoverno. Tale filosofia gestionale nella casistica dei disservizi sancisce un svalutazione dei livelli essenziali di gradevolezza residenziale per i cittadini, ma anche ratifica il danno e rende ammissibile governare in una logica di costi-benefici e comunque con un criterio di mero profitto che rappresenta un nonsenso in una proiezione politico-sociale dell’Amministrazione pubblica. E passeggiando per la Città balzano talvolta agli occhi del cittadino le perdite di preziosa acqua potabile che affiorano dalla strada, talvolta prefiggendo chissà quali sfoci e voragini nel sottosuolo. Sono spesso dispersioni idriche che si protraggono per mesi, tra l’indifferenza municipale, talvolta anche in aree che dovrebbero essere monitorate nella salvaguardia dell’immagine metropolitana come quella che “resiste” da circa cinque mesi (di cui i primi due addebitabili ai commissari ma i restanti alla nuova maggioranza) al civico 5 di via Vollaro e che trovandosi nell’immediata prossimità del Museo Nazionale si ”offre” a valutazioni turistiche. Tale concezione di noncuranza alle piccole dispersioni – ha concluso Augusto Borbotti – appare modulata dalla “stagione dei burocrati” che ha caratterizzato negli ultimi ventiquattro mesi Palazzo San Giorgio ed è davvero sorprendente che essa sia diventata modello della classe politica, per la quale “governare il cambiamento” dovrebbe essere preciso imperativo in un’ottica di attenzione, di rispetto, di intervento anche dove il beneficio appare di singoli e/o di minoranze, ciò a tutela del principio di eguale considerazione e di pari diritto di beneficio oltre qualsivoglia valore. La politica non si amministra in una logica gelida di bilanci da pareggiare perché essa rappresenta – nella qualità e nell’autorità di potere-principe dello Stato – la differenza delle scelte e degli indirizzi partecipati e la garanzia dei diritti di ogni singolo cittadino.”

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