Le parole di Alfano e la crisi di Ncd

alfano-large02\02\2015 – Per parole analoghe sia lui che Fini, in non tempi non sospetti, hanno tacciato l’ex cavaliere di essere una specie di monarca assoluto. Adesso, però, a pronunziarle è stato proprio Angelino Alfano. Il leader del Nuovo centro destra, addossandosi la decisione di aver spinto i propri parlamentari a votare Sergio Mattarella alla carica di Presidente della Repubblica, ha, infatti, dato vita a un momento di tensione e “forti malumori” all’interno di Ncd. “Ho deciso io di votare Mattarella, sono convinto di aver fatto bene” – ha dischiarato, precisando ulteriormente che – “io non tratterrò nessuno come non ho costretto nessuno a venire, chi ci sta ci sta”. Per la serie, o si fa come decido io oppure si può tranquillamente aprire la porta, uscire e imboccare altre direzioni. A questo punto ci si potrebbe chiedere come avrebbe reagito il Ministro dell’Interno a parti invertite. Forse, come fece Fini con Berlusconi, avrebbe chiesto: cosa fate, mi cacciate? Oppure avrebbe assunto lo stesso comportamento che assunse lui con il presidente di Forza Italia nel momento antecedente ed immediatamente successivo alla rotture degli equilibri in casa Pdl.

Teoria speculative a parte, è un dato di fatto che la situazione non piaccia a molti di Ncd. Pesano soprattutto le parole di Maurizio Sacconi, ormai ex capogruppo di Ncd (e Ap) al Senato, e di Barbara Saltamartini, ormai ex portavoce del medesimo partito.

sacconi

La posizione di Maurizio Sacconi: “Premesso che le mie dimissioni sono e restano irrevocabili, ad essere in discussione non è certo la mia leale amicizia e collaborazione con Angelino Alfano, quanto piuttosto il nostro rapporto con il presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico ed il suo metodo cinico dei rapporti politici variabili. Egli sembra concepire ogni rapporto politico come un taxi per una specifica corsa. Ma ogni corsa ha un prezzo perché, per fortuna, ogni area politica ha convinzioni profonde. Nel momento in cui egli ha ridato peso politico alle sinistre più conservatrici, interne ed esterne al Partito democratico, è ragionevole pensare che abbia pagato il relativo prezzo con particolare riguardo alla riforma del lavoro, del fisco e della giustizia. Così è già accaduto con il Jobs act la cui portata innovativa è stata mortificata. Così potrebbe accadere con i prossimi decreti delegati sul sistema tributario o sulle tipologie contrattuali del lavoro. Così potrebbe accadere ancora sui temi etici come il matrimonio per tutti o le adozioni omosessuali. Per non dire della ottusa difesa della oppressione fiscale dei Comuni inefficienti sulla casa o sugli immobili d’impresa. Il metodo Renzi non è quindi né indolore nè incolore”

saltamartini

La posizione di Barbara Saltamartini: “Ho deciso di votare scheda bianca, contrariamente a quanto farà il mio partito, per rispetto che ho delle Istituzioni soprattutto nel momento dell’elezione del Presidente della Repubblica. Il mio dissenso non è assolutamente sul nome di Sergio Mattarella, che mi auguro possa essere un Presidente al di sopra delle parti, quanto perché ritengo del tutto errato il metodo con cui si è arrivati a questa scelta. Una scelta che di fatto compromette la possibilità di poter ricostruire un nuovo grande schieramento di centrodestra dal momento che solo Ncd voterà per ‪Mattarella, mentre Fi si asterrà e Lega e FdI voteranno per un altro candidato. Ma, soprattutto, non posso non constatare come da oggi cambia anche la maggioranza che sostiene Renzi, che si sposta più a sinistra con il sostegno di Sel. Per questo, con la stessa coerenza e lealtà che ha sempre contraddistinto la mia azione politica, ritengo di non poter fare scelta diversa da quella di votare scheda bianca e di dimettermi da portavoce del partito. Ncd era nata con l’obiettivo di realizzare un polo di aggregazione per il centrodestra, non possiamo rinunciare a quel progetto, serve responsabilità verso i nostri elettori senza far conti con la calcolatrice, ma mettendo al primo posto i valori in cui crediamo”.

boschiIl Ministro Boschi, nel frattempo prova a mettere una pezza anche in merito alla crisi, da qualcuno paventata e forse acclamata, tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. La vicenda Colle, infatti, avrebbe in qualche modo violato, secondo Forza Italia, i presupposti stessi del Patto del Nazareno. Di avviso diverso è, invece, il Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento che ha chiarito come l’elezione del Capo dello Stato in origine non fosse questione prevista dal Patto del Nazareno che, piuttosto, sarebbe stato rispettato su altre affari come riforme e la legge elettorale

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