Legambiente presenta Mal’aria2015, le città più inquinate d’Italia

inquinamento autoRoma, Napoli, Frosinone, Alessandria, Vicenza, Torino e Benevento. Sono queste le città più inquinate d’Italia secondo lo studio di Legambiente “Mal’aria 2015“, che presenta è un’analisi dettagliata a livello nazionale, città per città, realizzata attraverso i dati chiesti alle Arpa, alle Regioni e alle Province. Nelle città italiane, si respira un’aria davvero malsana a causa, principalmente, dei trasporti su gomma. Nelle principali città urbane della Pianura Padana e le grandi città del Sud, le condizioni di inquinamento atmosferico sono davvero critiche, con troppo frequenti superamenti dei limiti stabiliti dalla normativa europea per PM10, PM2,5,biossido di azoto e ozono troposferico. Riguardano tutto il 2014 relativamente a 88 capoluoghi di Provincia, tra i quali Frosinone si attesta al primo posto con 110 giorni di superamento dei valori soglia di PM10 stabiliti dalla normativa europea, laddove il limite massimo di superamenti dovrebbe essere di 35 giorni l’anno. Alessandria, si attesta al secondo posto con 86 superamenti, mentre al terzo posto pari merito città come Vicenza, Torino e Benevento, tutte e tre con 77 sforamenti. Critica invece, la situazione nelle città come L’Aquila, Chieti e Imperia e tutti i capoluoghi della Calabria e della Sicilia (eccetto Palermo e Catania) non sono nemmeno state in grado di fornire dati aggiornati. I livelli dei principali inquinanti sono stati misurati anche nel primo mese del 2015 e danno un’ulteriore conferma. In soli 30 giorni di monitoraggio già 32 capoluoghi hanno superato per più di 10 volte la soglia massima stabilita per i PM10, mentre 14 hanno registrato superamenti per la metà dei giorni d’analisi. Sul podio si conferma Frosinone e si aggiunge Parma, nel 2014 al 14° posto. Che la situazione italiana non fosse rosea in tema di inquinamento lo aveva anticipato anche il rapporto “La qualità dell’aria in Europa – rapporto 2013“, redatto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA). Uscito due mesi fa, a fine 2014, riportava dati del 2011 e vedeva l’Italia al primo posto per numero di morti premature causate da ozono troposferico (3.400 l’anno) e al secondo posto, dopo la Germania, per vittime da polveri sottili (PM2,5) con 64.000 morti l’anno.Si spera che il ritorno tra le priorità UE del pacchetto sulla qualità dell’aria, che era stato presentato a fine 2013, e ritirato qualche settimana fa dalla Commissione, possa portare finalmente a un punto di svolta e confermare le ipotesi che parlano di una possibile riduzione di 58 mila morti premature all’anno e di benefici economici stimabili in 40–140 miliardi di euro per anno, per spese di sanità pubblica.

 

 

 

 

 

 

 

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About the Author: Alessandro Cilione