Fitto chiede un cambio e i vertici si dimettono. Ma Berlusconi respinge

berlusconi-forza-italia-650Quella di oggi sarà una delle giornate più difficili della storia di Forza Italia. È già dalla mattinata appena trascorsa si riesce a percepire l’aria che si sta respirando all’interno della storica casa dei moderati, ormai, stretta dalla contrapposizione serrata tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto e gli errori politici e di valutazione commessi nell’anno appena trascorso

Questi i fatti

Brunetta a Renzi, Italicum entro Pasqua o salta pattoromaniL’europarlamentare pugliese, in occasione della conferenza stampa conclusa poco dopo mezzogiorno, aveva chiesto l’azzeramento dei vertici del partito, e i vertici del partito, che invece hanno preso parte al comitato di presidenza ristretto convocato da Berlusconi, hanno rimesso le dimissioni dai rispettivi incarichi, quasi a voler rispondere al leader della fronda interna. Non si è fatta attendere, quindi, la risposta di Berlusconi che ha respinto in blocco le dimissioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano “il Giornale”, le dimissioni sono state presentate, in primo luogo, dai capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani e dai vice capigruppo, in secondo luogo, dal resto dei partecipanti alla riunione. Ammesso e non concesso che non si sia trattato di un siparietto già scritto, dal finale conosciuto e soltanto recitato, il tutto sembrerebbe essersi concluso con un nulla di fatto.

Ma procediamo con ordine

berlusconi-fittoIn occasione della conferenza stampa che ha tenuto stamattina, Raffaele Fitto è tornato a chiedere in modo ufficiale l’azzeramento dei vertici, rei di aver portato il partito in un “condizione di palude”. “Penso sia indispensabile uscire da una condizione di ipocrisia e dire con chiarezza le cose come stanno”, si legge su Tgcom24. “Non si può essere uomini di tutte le stagioni. Non si può più fare finta di nulla, i risultati sotto gli occhi di tutti – ha continuato – sia per quanto riguarda la gestione politica degli ultimi mesi sia per quanto riguarda la gestione del partito e dire <<l’avevamo detto>> è una magra consolazione”. L’ex Presidente della Regione Puglia, nonché ex ministro del Governo Berlusconi, è arrivato finanche a chiarire che lui e il resto dei parlamentari che rappresenta si spingevano addirittura a non riconoscere neppure “la valenza politica, giuridica e statutaria dell’Ufficio di presidenza”, la cui “convocazione oggi non va certo nella direzione della richiesta di azzeramento degli organismi di partito”.

Fitto, però, non si è accontentato e ha voluto rincarare la dose: “sono organismi che non hanno funzione e legittimità. Riunire oggi l’ufficio di presidenza è singolare, in quanto non è stato riunito sulla legge elettorale, non è stato riunito sulle riforme, non sul presidente della Repubblica e poi lo si riunisce oggi?  Il leader della fronda interna ha, pertanto, invitato gli altri colleghi di partito e, soprattutto, il presidente Berlusconi – con il quale ha avuto un colloquio lungo e franco nei giorni scorsi – a rendersi conto degli errori commessi e ad aprire la tanto agognata fase del confronto. La questione dell’elezione del Presidente della Repubblica rappresenta, infatti, solo la punta dell’iceberg di una strategia – quella che nasce dalla “stipulazione” del Patto del Nazareno – che si è rivelata fallimentare. Sul tema è lapidario: “non c’è un patto e non ci son due contraenti. C’è chi indica soluzioni e cambia di volta in volta e chi le accetta. Questo non può essere”.

Situazione di caos

caosLa situazione che si respira in Forza Italia, per farla breve, è quella del caos che, tuttavia, preannuncerebbe l’imminente resa dei conti. Il partito, che nei sondaggi ha toccato il punto più basso della sua storia, sta attraversando un complesso momento di crisi interna che, a prima vista, riguarderebbe soltanto i metodi e le decisioni prese dall’attuale gruppo dirigente, ma che secondo alcuni sarebbe conseguenza anche del cambiamento di contenuti e di proposte del partito. L’apertura dell’ex cavaliere ai matrimoni gay e allo ius soli, molto distanti dalla tradizione culturale del centrodestra, ma in preoccupante sintonia con quella della sinistra progressista e, oltretutto con la posizione di alcuni esponenti del partito, per dirne una, ha già creato nei mesi precedenti forti momenti di incredulità e di scontro politico non soltanto con gli alleati storici – Lega ed ex An – ma anche all’interno della stessa Forza Italia.

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About the Author: Luigi Iacopino