Libia, Berlusconi: si a intervento militare italiano

IsisLo Stato Islamico è alle porte di casa nostra. È a sud di Roma. Quella che prima era soltanto una realtà del medio oriente, così distante da noi, sebbene riguardasse la vita di milioni di cristiani, adesso inizia ad invadere le nostre menti e provocare i nostri incubi. E sono gli stessi jihadisti a ricordarcelo. I recenti video diffusi dai miliziani, oltre a non aver risparmiato nuove brutalità, come la decapitazione di un numero non meglio precisato di persone, tra le quali dovrebbero esserci anche egiziani copti, sono tornati a diffondere gravi avvertimenti contro quella che è stata definita, secondo quanto è stato riferito da alcuni organi di monitoraggio delle attività terroristiche in rete, la “Nazione della Croce”.

Un pericolo a sud di Roma

Italia JihadLa situazione è diventata così grave in Libia, dopo la conquista di Sirte, che finalmente anche il Governo italiano se n’è reso conto. Le milizie dell’Isis sarebbero addirittura ad un passo dalla capitale Tripoli dove è già presente un’altra formazione filo-islamica, Fajr Libya, che, secondo quanto emerso, sarebbe vicina all’organizzazione dei Fratelli mussulmani. In ogni caso il rischio che, sfruttando le ondate migratorie, si possano infiltrare terroristi adesso è molto più alto e, data la breve distanza, si pone un problema che riguarda la gestione del rapporto immigrazione-sicurezza. Tralasciando le cause che vi sono a monte, le congetture più o meno verosimili, nonché le reali e presunte responsabilità, non è più da scartare l’ipotesi di un intervento militare nella terra un tempo guidata da Gheddafi. Anche il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, si è detto favorevole ad una soluzione di questo tipo.

La posizione di Berlusconi

“La drammatica evoluzione della situazione in Libia è la dimostrazione di quanto furono sbagliate le scelte occidentali relative al Nord Africa negli anni passati. Scelte che non abbiamo mai mancato di criticare e denunciare, ben prefigurando quali nefasti scenari futuri avrebbero prodotto. Oggi purtroppo la realtà ci dà ragione”. Questo è il messaggio apparso sulla bacheca facebook dell’ex cavaliere. “Un intervento di forze militari internazionali, sebbene ultima risorsa, deve essere oggi una opzione da prendere in seria considerazione per ristabilire ordine e pace”.

(Clicca qui per leggere il messaggio completo apparso sulla bacheca facebook di Silvio Berlusconi)

Situazione grave

Guardia CostieraI primi segnali di criticità della situazione non sono tardati a manifestarsi. Un motovedetta della Guardia costiera italiana è stata attaccata da un gruppo di uomini armati mentre stava soccorrendo un barcone a circa 50 miglia al largo di Tripoli. Il personale dell’imbarcazione è stato successivamente minacciato di lasciare la nave appena terminate le attività di trasbordo. Si tratta, è facile capirlo, di un evento di estrema gravità che sottolinea – come ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, “un ulteriore salto di qualità degli scafisti”, che adesso evidentemente si sentono molto più sicuri di porre in essere i loro drammatici traffici di esseri umani. Non è tardato a farsi sentire il segretario della Lega Matteo Salvini, secondo il quale, adesso è giunto il momento di aiutare chi ha bisogno al largo, senza consentire altri sbarchi in territorio italiano.

Come primo passo, tuttavia, oltre alla chiusura della nostra ambasciata a Tripoli, si è dato avvio al rimpatrio via mare degli italiani – circa 50 – residenti in Libia.

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About the Author: Luigi Iacopino