Ue: ok a legge di Stabilità. Ma sono tanti i sacrifici e scarsi i progressi

italia vs europaL’Italia ha iniziato a fare i compitini a casa ed è sulla buona strada. La manovra economica del 2015 ha convinto l’Ue che, pertanto, non aprirà nei confronti del nostro Paese alcuna procedura per debito eccessivo. Questa è in grandi linee la posizione assunta dalla Commissione europea che ha espresso una valutazione non negativa dopo aver esaminato le legge di stabilità. Particolare successo riscuote tra i salotti buoni delle istituzioni europee nientemeno che la riforma del lavoro, altrimenti detta Jobs act, che – secondo i tecnocrati europei – dovrebbe arrecare benefici per la disoccupazione e favorire l’entrata ed l’uscita dal mercato del lavoro. Non resta che crederci.

Ordini e sacrifici

grafico-down-crisiIl nostro Paese – sebbene resti ancora sotto stretta osservazione, assieme alla Francia (che è considerata “sorvegliata speciale”) e al Belgio – da bravo studente ha eseguito gli ordini che gli sono stati impartiti, nonostante per fare questo siano stati imposti gravi sacrifici economici agli italiani, la pressione fiscale sia aumentata ancora di più assieme alla disoccupazione, e i servizi siano peggiorati. Tutto questo, però, non è ancora sufficiente. Gli squilibri, rimasti invariati per tutto il 2014, richiedono la piena realizzazione delle riforme strutturali in programma, sebbene sia stato espresso parere positivo rispetto a quelle già avviate. Poco importa se la nostra economia è ferma, se è completamente assente un piano strategico di crescita che non passi da svendite e dismissioni per fare cassa veloce, e se gli unici segnali positivi derivano da fattori esterni del tutto indipendenti dalle riforme di casa nostra (euro e petrolio ai minimi storici).

Francia e Germania

ce's President Hollande delivers a statment on the situation in Mali at the Elysee Palace in Paris Angela MerkelResta ancora piuttosto critica la situazione della Francia, soprattutto con riferimento alle politiche di bilancio, giacché la Commissione ha concesso un arco temporale massimo di due anni per riportare il deficit sotto il 3%, con l’ulteriore previsione di un controllo quasi quotidiano. Annunci non proprio entusiasmanti riguardano anche la Germania che, nonostante gli sforzi, presenta un surplus ancora ingente, probabilmente a causa di investimenti insufficienti. Per la Merkel, tuttavia, non esiste alcun pericolo della necessità di un piano correttivo.

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About the Author: Luigi Iacopino