Reggio Calabria fra le città più “intercettate” d’Italia

intercettazione--400x300Lo Stato italiano ha speso, dal 2009 al 2013, per le intercettazioni telefoniche un miliardo e duecento milioni di euro per 190 milioni all’anno di “eventi telefonici” captati. Secondo numeri ufficiali, come si legge su ilTempo.it, la spesa si è suddivisa cosi: nel 2013 sono stati spesi ben 214 milioni di euro per pagare soprattutto le società esterne che si occupano dell’assistenza tecnica e del noleggio delle attrezzature. Si aggiunge poi quella relativa al 2012, pari a 218 milioni, quella del 2011, 226 milioni, quella del 2010, 237 milioni, e infine l’ultima, risalente al 2009: 272 milioni di euro. Secondo i dati dell’Eurispes, però, nel 2008 la spesa è stata di 286 milioni, nel 2010 di 284 milioni e nel 2011 di 260 milioni. Nel 2014, solo primo quadrimestre, invece,sono stati spesi 85 milioni di euro. Ma se ci si sofferma anche sugli anni precedenti, dal 2003 al 2008, la spesa è stata di 1 miliardo e mezzo di euro. In totale, dunque, in 11 anni l’Italia ha tirato fuori più di 2 miliardi e 700 milioni di euro. Il 2013 è stato un anno da record con ben 141 mila «bersagli» intercettati dalle procure italiane, e che va così suddiviso in  124 mila intercettazioni telefoniche, 14 mila ambientali e 3 mila informatiche e telematiche. L’anno prima, il 2012, i «bersagli» erano stati 140mila, e nel 2011 ancora meno, 135mila. Nel 2010, invece, 139 mila. Per capire qual è il trend basta dare un’occhiata a quante erano negli anni ancora precedenti. Nel 2009 i «bersagli» intercettati sono stati 132 mila, nel 2008 137 mila, l’anno prima 129 mila, nel 2006 113 mila, e nei tre anni precedenti, 2005, 2004 e 2003, rispettivamente 102 mila, 93 mila e 77 mila. Insomma, un trend sempre più in crescita. Prendendo come riferimento solo l’anno 2013, i maggiori importi liquidati fanno capo alle Procure delle città di: Palermo, che ha sborsato oltre 37 milioni di euro, seguita da Reggio Calabria, con 26 milioni di euro. Al terzo posto Milano, con 25 milioni, e subito dopo, con 26milioni, il distretto di Napoli. Più distaccate, ma con spese indiscutibilmente alte, ci sono Catania, con 10 milioni, Torino con 8,8 milioni e Roma con 5,7 milioni. Quest’ordine però viene invertito quando si passa ai «bersagli» messi sotto controllo. Ecco che nel 2013 è stata Napoli a far registrare il numero più alto, con 22mila utenze, segue Roma con quasi 19mila, poi Milano con 13.500, Palermo con più di 9mila e infine Reggio Calabria con 8mila. In coda, fra i primi classificati, c’è Torino con 7.500 e poi Catania con 6.200.

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About the Author: Katia Germanò