DEF: Parole o Fatti ?

 

Come di consueto il premier, nella presentazione del DEF, non lesina elogi al suo operato e auto incensa il modus operandi dei suoi ministri. Inizia dichiarando alla stampa : “Non ci sono tagli e non c’e’ aumento delle tasse. Da quando siamo al governo l’operazione costante è di riduzione delle tasse”, giustificando tali affermazioni con il fatto di aver”disinnescato” il famoso aumento IVA previsto per il gennaio 2016, addossando la colpa ai governi precedenti, governi non dimentichiamocelo, sempre di stampo PD. Il premier aggiunge : “Nel 2015 riduciamo le tasse per 18 miliardi più i 3 di clausole che eliminiamo, le tasse non aumenteranno, un’eventuale riduzione ci sarà nella legge di stabilità per il 2016, se saremo in condizione”. Nei vari passi del discorso tende a ribadire il concetto della cancellazione delle clausole di salvaguardia, che sinceramente avrebbero portato solo ad un crollo del consumo interno ed un aumento astronomico delle spese procapite. Nei vari passaggi viene spiegato come Questo Def non sia una manovra, che toglie i soldi dalle tasche degli italiani, ma sta in linea con la legge di stabilità, che non ci saranno tagli alle prestazioni per i cittadini ma la necessità di un dimagrimento della spesa pubblica dichiarando :”… e se i sacrifici li fanno i politici o salta qualche poltrona nei cda male non fa”. Queste ultime dichiarazioni di certo non sembrano per nulla rispecchiare le posizioni degli ultimi governi, compreso il governo in corso che conti alla mano non sembra aver mai dato segnali di veri e propri tagli significativi, anzi… Si affidano alla Spending review, affermando che varrà circa 10 miliardi, pari allo 0,6% del PIL, ma con margini fino a 20 miliardi… Il premier auto incensa inoltre l’introduzione del 730 precompilato : “Noi consideriamo il 2015 un numero 0 per la dichiarazione dei redditi precompilata, vediamo come può essere fatta questa sorta di grande sperimentazione, credo sia comunque un passo avanti”. Alla naturale “levata di scudi” dei comuni e delle regioni renzi ribadisce la possibilità di un incontro prima di venerdì, ribadendo l’assenza di tagli nel 2015, ma non escludendoli per gli anni a venire… Il ministro dell’economia, Pier Carlo Paodan, arriva in “assist” al premier precisando che Il Pil crescerà dello 0,7% quest’anno, dell’1,4% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017 e il rapporto deficit/Pil dell’Italia sarà del 2,6% per quest’anno, del 1,8% nel 2016, dello 0,8% nel 2017; e con uno sbalzo di ottimismo, di sicura natura renziana, si arrischia a dichiarare : “Se come noi pensiamo, si consolida la fiducia dei cittadini e delle imprese dopo che si è consolidata la fiducia nei mercati e fiducia nelle istituzioni, allora le aspettative che abbiamo adesso potrebbero essere sbagliate per difetto potremmo avere numeri più positivi”.  Il ministro smentisce definendo “semplicemente falso” il grande “tam tam” sulla stampa su un aumento delle tasse. Per ora possiamo notare solo che la consueta abitudine di presentare slide e video del premier sia stata accantonata, e che staremo a vedere se questa volta le parole si tramuteranno in fatti oppure rimarranno parole e basta.

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About the Author: Carlo Viscardi