Fitto lascia anche il Ppe: “L’austerità soffoca la crescita”

fittoRaffaele Fitto non si è limitato a dare il ben servito a Silvio Berlusconi, ma lo ha fatto anche con Manfred Weber, il capogruppo del PPE al Parlamento europeo, scelta resa pubblica attraverso una lettera che l’eurodeputato pugliese ha pubblicato sul suo sito personale. Insomma, Raffaele Fitto, preso atto del venir meno delle “condizioni per restare” all’interno di Forza Italia, ha pensato bene di chiudere anche il capitolo europeo sul fronte dei popolari, formulando al contempo “domanda di adesione al Gruppo ECR dei Conservatori e Riformisti Europei”.

berlusconi-forza-italia-650Un vero stravolgimento, senz’altro prevedibile e quasi annunciato, che, tuttavia, ha lasciato indifferente il Cavaliere che non si è limitato a ricordare come tutti coloro che hanno scelto una strada nuova alla fine non si sono trovati bene, ma si è spinto sino ad affermare che con l’uscita di Fitto se ne va anche un peso. Parole dure, quelle del numero uno del centrodestra, da tempo in forte contrasto con l’eurodeputato azzurro che chiedeva un percorso nuovo che consentisse la totale ricostruzione del centrodestra a tutti i livelli, e che, per certi versi, ricorda la querelle tra Renzi e Civati, uno dei massimi esponenti della minoranza Pd. Certo, Fitto non rappresenta la destra radicale, a differenza di Civati che della sinistra, invece, molto spesso, ma non sempre, incarna il volto oltranzista, ma è comunque vero che si è fatto portavoce di un sentimento di malessere molto profondo all’interno della destra cosiddetta moderata.

Il rischio, tuttavia, che possa fare la fine di Alfano o, peggio, di Fini è dietro l’angolo.

Logo_PPEecrE, cosi, nella lettera inviata a Manfred Weber, Raffaele Fitto mette in evidenza il proprio “dissenso” rispetto ad “alcuni punti politici fondamentali”, tra i quali il principale sembra essere la non condivisione della “scelta di una pressoché sistematica unità d’azione (e mi pare sempre più di unità politica, quasi senza eccezioni) tra PPE e PSE”. “Non condivido la scelta di difendere, al di là delle parole e degli annunci roboanti, a cui quasi mai seguono fatti conseguenti – si legge ancora – un regime di austerità e una ‘gabbia’ di regole che mi paiono orientati a soffocare la crescita, anziché a favorirla e irrobustirla”. Il secondo punto riguarda “l’ambizione di ridiscutere i Trattati”, mettendo in campo “la contestazione giuridica, non solo politica, del Fiscal Compact” che, secondo l’ormai ex forzista, sopprime la sovranità fiscale degli Stati firmatari” e che, in “violazione del Trattato di Lisbona”, rimane illegale. Sul fronte nazionale, infine, si è dichiarato espressamente contrario all’austerità, che ha definito addirittura controproducente, e alle politiche basate sulle tasse, criticando l’assenza di riforme e di una vera politica economica. La strada per rilanciare una crescita economica robusta – ha concluso – passa necessariamente da una ricetta che proponga “meno tasse e meno spesa pubblica”.

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About the Author: Luigi Iacopino