Intervista a Dario Tiengo che racconta “il momento” della politica italiana

Oggi tra le pagine di Ilmetropolitano.it è ospite  il Direttore di Retewebitalia e Tribunapoliticaweb.it  (partner media affaritaliani.it) Dario Tiengo, abbiamo deciso di chiedere a lui, esperto osservatore e conoscitore della politica italiana, un’analisi del momento che l’Italia sta attraversando.

Le elezioni sono alle porte, ci può fare una disamina di come i partiti si avvicinano a questo evento? Chi è avvantaggiato secondo lei?

Partiamo dalla seconda domanda. In questo momento è la politica a essere svantaggiata rispetto a se stessa. Non è un caso che i sondaggi, per quanto valgano (vedi le elezioni in Gran Bretagna), indichino il “partito dell’astensione” come quello più consistente. La distanza dalla politica è sempre assai marcata e certamente le urla e i richiami alla “pancia” – che hanno caratterizzato quest’ultima fase – non aiutano ad avvicinare. I partiti di Governo trovano la loro forza nell’attivismo e nella grande capacità comunicativa di Matteo Renzi. L’opposizione sta vivendo una fase molto difficile di ripensamento e riorganizzazione, nel suo complesso, per cui al suo interno hanno molto più spazio le voci che alzano il volume. Credo che le vere dinamiche, sia nel centrosinistra sia nel centrodestra, le vedremo già nei primi giorni di giugno, dopo queste elezioni.

L’Expo 2015 Milano fa ed ha fatto molto discutere, una sua impressione su quello che rappresenta e su quello che potrebbe rappresentare per il nostro Paese… al “netto” della propaganda renziana

Dario TiengoCredo che sia il caso di uscire dalla solita logica provinciale che ci caratterizza. Lo dico in particolar modo per chi parla alla gente, che sia un politico, un giornalista, un commentatore, un intellettuale. Qui non si tratta di essere renziani, di destra o di sinistra o anche antagonisti. L’Expo universale da sempre è un evento per le famiglie, i bambini, i giovani, basta leggerne la storia per capirlo. Poterla avere qui ci ha messo sotto gli occhi di tutto il mondo. E quando ci guardano da “fuori” dobbiamo avere la capacità di far funzionare il buon senso e difendere il nostro Paese. Ci sono stati scandali? Hanno rubato? Certo che sì. Si mettano i colpevoli in galera! Ma il valore di quanto fatto è sotto gli occhi di tutti, è stata un’occasione per muovere l’economia. Piuttosto bisognerebbe riflettere su come tutta l’Italia possa trarne beneficio indirizzando i turisti e costruendo percorsi enogastronomici nelle varie regioni.

Immigrazione: Si stanno provando soluzioni simili tra loro e a nostro avviso il risultato è insufficiente, ma quale sarebbe secondo lei la strada giusta da seguire. La gente in che modo percepisce il problema al Nord? 

Sull’immigrazione siamo tutti esasperati. L’intervento sulle coste libiche è a mio parere più che necessario e sarebbe necessario anche distruggere i barconi, ma ci sono regole internazionali da rispettare. Aspettiamo la risoluzione dell’Onu. Già si è fatto avanti Putin che mette il veto sulla distruzione dei barconi. Chissà che cosa ne pensa Salvini, che più volte ha manifestato il suo appoggio alla Russia? Fuori dalle battute, però, bisogna anche dire che l’Europa ha mostrato tutta la sua pochezza politica nell’affrontare il problema, preda ancora degli egoismi nazionali. Ma non si tratta solo di questo. L’intervento nel continente africano dovrebbe essere strutturale, di aiuto e sviluppo in loco. Invece, a causa della presenza del petrolio, siamo ormai vicini ad una escalation drammatica dagli esiti non calcolabili, che potrebbe trasformarsi in una tragedia mondiale. Vorrei però dire due parole su una vicenda recente che mi ha scandalizzato.

Di cosa si tratta?

Il Ministero dell’Interno ha emanato una circolare che autorizza i Comuni che ospitano immigrati – e che, quindi, sostengono dei costi – a utilizzarli per lavori socialmente utili. Si è levato subito un coro di critiche, qualcuno ha persino alzato la voce, per dire che si sfruttavano gli immigrati e si ledeva la loro dignità. E’ con queste posizioni che si dà spazio alla protesta più becera e aggressiva. Abbiamo bisogno di buon senso e di ragionare senza pregiudizi, al di là dell’appartenenza politica. Troppo spesso non giudichiamo i fatti ma chi parla in base alla sua appartenenza. Francamente, si tratta di un’abitudine snervante da qualsiasi parte provenga.

Il lavoro è a un livello drammatico nel Paese. Le imprese arrancano, le grandi industrie emigrano, Renzi continua a promettere a rassicurare ma poi in concreto la gente non percepisce nessun cambiamento. Qual’è la politica sul lavoro del governo? 

L’uscita dalla crisi per ora è visibile solo sugli indici. La gente ha sulle spalle 8 anni di crisi durissima e sa che nulla tornerà come prima. Gli indicatori ci dicono di essere ottimisti ma, alla fine del mese, ci si arriva malamente e, in alcuni casi, si continua a non arrivarci con i soldi. Mi sembra che la politica del governo Renzi da un lato guardi a un modello più liberale e aperto e, dall’altro, voglia tenere aperto un dialogo con la sua minoranza e l’opposizione, che si tratti del Movimento 5 stelle o di Sel. Una ricerca di equilibrio difficile che a volte partorisce soluzioni parziali. Già a fine anno credo sarà possibile dare un giudizio basato più su fatti concreti

Pensioni e Scuola: Renzi ha affrontato queste due questioni di “petto” e molto poco democraticamente, si può davvero definirlo un politico di sinistra?!

Facciamo conto che non si parli di Renzi ma del Presidente del Consiglio, di qualsiasi colore esso sia. Questo Paese ha bisogno di autorità e di decisioni tempestive? Penso di sì. Bisogna dare tutti i bilanciamenti possibili ma è insopportabile il peso della burocrazia, della conservazione delle rendite di posizione. Non so se Renzi sia di sinistra, di centro o di destra. Quello che mi interessa è che ci sia un sistema che garantisca il funzionamento di uno Stato non oppressivo e che consideri i cittadini dei sudditi. Chi poi avrà più potere se sarà di sinistra, destra o centro lo decideranno gli elettori, che non sono affatto stupidi e sanno giudicare.

Perché a Renzi viene dato del credito?

foto di GNS

Renzi ha avuto il merito di capire che la gente non ne può più. La crisi economica ha accelerato i meccanismi di rivalsa verso uno Stato che si fa sentire sempre come un padrone. Ci voleva aria fresca e lui l’ha cavalcata con l’abilità di un politico consumato, oserei dire di vecchia scuola democristiana. In più ha trovato una chiave strategica: la velocità. Solo con la velocità si può mettere in discussione il potere della burocrazia e del “potere conservato”. Per ora molti gli danno ancora credito, la luna di miele è finita e qualche punto l’ha perso ma è inevitabile governando. Tutto dipenderà da quanti punti concreti riuscirà a segnare nei prossimi mesi. L’autunno ci dirà molto sul futuro sia del governo sia personalmente di Matteo Renzi.

Quando invece a Berlusconi veniva messa in discussione ogni minima scelta?

Berlusconi ha avuto il grande merito di ricomporre l’area del centrodestra quando la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto dava per scontata la vittoria. Ha avuto anche il merito di porre con forza la questione di uno Stato liberale che guardasse allo sviluppo. E’ stato fermato dalle note vicende giudiziarie. Ma credo che non abbia capito, anche perché nuovo alla politica, quella chiave che Renzi ha dimostrato essere efficace: la velocità per spiazzare le rendite di posizione e la burocrazia; questo ha lasciato troppo spazio a chi lo voleva fermare. E’ un grande combattente e lo sta dimostrando ancora, ma le problematiche del centrodestra ormai sono andate oltre Berlusconi.

Cosa non funziona in Italia?

Ritorniamo all’inizio della conversazione. Siamo troppo provinciali, legati al campanile. Spesso non guardiamo oltre il naso. Quello che ci manca è un partito trasversale, quello del buonsenso, che ci faccia giudicare le cose per quello che sono, senza per forza dare loro quotidianamente un colore. La politica dovrebbe essere una sintesi alta della vita reale. Peccato che troppo spesso ci si accontenti di un’allegra baraonda da bar.

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.