Ai seminatori di tensione: rendetevi utili e andate a pulire un’altra piazza

Non c’è da stupirsi più di tanto se, ancora oggi, un certo tipo di atteggiamenti fondamentalisti produce determinati comportamenti. Sarebbe sufficiente valutare il clima di intolleranza e mistificazione che si respira in città, per capire che si rischia non soltanto di “nutrire” aggressività ma anche di aprire nuovi spazi che saranno occupati dai profeti della tensione sociale.

durante e dopo piazza martiriLe targhe affisse in Piazza dei Martiri della Rivolta – dedicate a Bruno Labate, Angelo Campanella e Carmine Jaconis, reggini che hanno perso la vita difendendo la città durante i “moti” del ’70 – come è ormai noto, sono state staccate. Chiaro episodio, questo, che – assieme a certe promesse ancora non mantenute, a una situazione sociale che continua a peggiorare, ad atteggiamenti non proprio democratici, alle recenti e gravi offese ad avversari politici e vittime innocenti di orrori passati – si presenta come l’emblema di una città che, neppure accennando a vedere la tanto agognata primavera, rischia addirittura di fare un salto indietro di quarant’anni. A prescindere dai giudizi personali, resta il fatto che violare cosi violentemente una storia dolorosa che, in un modo o nell’altro, ha visto una città intera unita attorno a un forte sentimento di difesa comune, a prescindere dal colore politico, è un pessimo segnale che peraltro molto probabilmente proviene da chi quella storia neppure l’ha vissuta. Un atteggiamento da condannare – ci auguriamo che lo facciano anche le istituzioni – che evidenzia uno scarso rispetto non soltanto della memoria comune, ma anche di chi di questa memoria fa parte a pieno titolo fino, avendo sacrificato la propria vita. Chi ha staccato le targhe con molta umiltà non dovrebbe fare altro che chiudersi un un religioso silenzio e prendere esempio.

Verrebbe, infine, da suggerire a chi ha “tempo da perdere” in simili comportamenti, di adoperarsi per pulire e restituire alla collettività uno dei tanti altri spazi cittadini che, negli ultimi anni, sono stati abbandonati al degrado.

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piazza martiri della rivolta

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About the Author: Luigi Iacopino