Tsipras getta la spugna: così tramonta “L’Altra Europa” ?

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Tanto baccano per non concludere niente. Alexis Tsipras – il compagno Alexis Tsipras, tanto caro a certa sinistra di casa nostra – ha gettato la spugna. Dopo aver trascinato il suo Paese in una lunga e dubbia querelle politica con le istituzioni europee e gran parte degli altri stati membri, il leader di Syriza, vincitore alle ultime consultazioni elettorali greche, ha accettato le condizioni dell’Ue. Parafrasando la celebre canzone di Fabrizio De Andrè, “Don Raffaè”, il premier ellenico, dinanzi alle “ingiustizie made in Europe”, si è costernato, si è indignato, si è impegnato, ma, alla fine, ha gettato la spugna con gran dignità. Almeno per il momento, giacché l’evolversi degli eventi potrebbe rivelarsi ben più dannoso di quanto pensi.

grecia ueSecondo quanto emerso nelle ultime ore, anche alla luce della riapertura delle pseudo-trattative, Atene avrebbe deciso di accettare tutte le condizioni avanzate dai creditori con solo alcuni cambiamenti minori. Si, dunque, sia alla riforma sull’Iva che a quelle delle pensioni, sebbene – secondo quanto riportato dal sito del Tgcom24 – da parte greca sia pervenuta la richiesta di “far slittare a ottobre la data di partenza dell’innalzamento progressivo dell’età pensionabile (prevista a 67 anni entro il 2022)”. Una resa a tutti gli effetti, quindi, che potrebbe addirittura trasformarsi in qualcosa di più. E non solo perché la Germania resta ferma sulla decisione per la quale adesso non si possa più tornare indietro, rifiutando quindi la possibilità che la “nuova” posizione del capo del governo ellenico possa rappresentare un “nuovo” punto di partenza: prima l’esito del referendum, poi si tornerà a trattare. Le stesse autorità europee fanno, infatti, sapere che le proposte di Tsipras non sono sufficienti a risanare i conti della Grecia. Per di più, il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha chiarito che, essendo ormai entrati in una procedura diversa, il programma è da considerarsi “scaduto” e v’è la necessità di negoziarne uno nuovo a seguito di quelle che saranno le valutazioni dell’Eurogruppo.

Commissione-europea-02_1272374205Gli scenari futuri restano incerti, non tanto per il resto degli Stati membri che pure risentirebbero di un eventuale default greco, quanto piuttosto per il governo Tsipras. La gestione dell’intera vicenda, incerta e traballante sin dall’inizio, ha messo in evidenza lacune ed errori di valutazione che, col passare del tempo, hanno lasciato intendere che il leader della sinistra non avesse la minima idea sul cosa fare nel caso di rottura definitiva e irrimediabile con le istituzioni europee. Ma, tornando alla canzone di De Andrè, probabilmente non servirà a nulla scervellarsi e asciugarsi la fronte perché, altrettanto probabilmente, non ci sarà nessuno che potrà fornire una spiegazione. È più facile pensare che Tsipras abbia voluto (o, anche, che voglia ancora) mettere alle strette l’Ue per tentare di salvare il proprio programma di governo e il patto con i suoi elettori, come anche che tutta questa altalena di eventi sia (o sia stata), in qualche misura, il classico specchietto delle allodole che gli consentirà di dire “io ho fatto di tutto ma non c’è altra soluzione”. Niente “Altra Europa”. Adesso si dovrà attendere la riunione dell’Eurogruppo prevista per oggi alle 17:30. Si discuterà in modo più dettagliato della lettera di Atene. Riunione che, molto probabilmente, influenzerà la stessa posizione del governo rispetto al referendum. Se il popolo votasse si, il governo fosse sconfessato e il programma elettorale tradito, non è da escludere che qualcuno si spinga fino a chiedere la “testa” del premier, chiedendone le dimissioni.

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About the Author: Luigi Iacopino