Cassazione, cambio sesso anagrafico: intervento chirurgico non necessario

CassazioneProvocherà inevitabili dibattiti e scontro accesi, non solo sul piano etico ma anche su quello socio-culturale, l’ultima presa di posizione della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso su un caso di un trans che, nonostante avesse ottenuto l’autorizzazione all’intervento chirurgico, aveva in seguito rinunciato all’operazione, comunque richiedendo che venisse accettato il cambio di sesso all’anagrafe. Quindi, in poche parole, in virtù dell’accoglimento del ricorso da parte della Suprema Corta, per ottenere tale cambio, l’intervento chirurgico non è da considerarsi obbligatorio.

Conclusione alla quale si è arrivati considerando che, ai fini del cambio del sesso, sarebbero sufficienti l’equilibrio psico-fisico conseguito dal soggetto interessato, il modo in cui si vive (come donna nel caso in questione) e il riconoscimento sociale connesso. Sia il tribunale di Piacenza sia la Corte d’Appello di Bologna, in precedenza, avevano respinto la richiesta. Secondo quanto si apprende sul sito del Tgcom24, la prima sezione della Corte di Cassazione, nell’accogliere il ricorso, ha sostenuto che “il desiderio di realizzare la coincidenza tra soma e psiche è, anche in mancanza dell’intervento di demolizione chirurgica, il risultato di un’elaborazione sofferta e personale della propria identità di genere realizzata con il sostegno di trattamenti medici e psicologici corrispondenti ai diversi profili di personalità e di condizione individuale. Il momento conclusivo non può che essere profondamente influenzato dalle caratteristiche individuali”.

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About the Author: Luigi Iacopino