Caridi (GAl): “Il Sud non ha bisogno di lezioncine ma di interventi concreti”

Antonio Caridi“I Meridionali non hanno bisogno delle lezioncine di Renzi ma di interventi concreti, dovrebbe essere il suo Governo a rimboccarsi le maniche perché fino ad oggi per il Sud non è stato fatto nulla e se non riparte il Mezzogiorno non si può dire che sia ripartita l’Italia”. Lo afferma in una nota il Senatore Antonio Caridi, membro del gruppo Grandi Autonomie e libertà. “Dal Giappone, da parte del Premier – afferma il Senatore – abbiamo sentito solo parole di circostanza, forse non si rende conto della gravità in cui versa il Sud. I dati Svimez mostrano come la situazione sia diventata ormai insostenibile, bisogna intervenire adesso, non tra dieci anni, perché sarà troppo tardi. So bene che non ci sono campagne elettorali imminenti – continua Caridi – ma inviterei Renzi a farsi un giro nelle nostre coste, giusto per comprendere quanto la bellezza dei nostri luoghi sia proporzionale all’impossibilità di raggiungerli. È arrivato il momento di inserire la questione meridionale al centro dell’agenda politica, le Regioni del Sud sono in pratica interamente a guida Pd, i Presidenti di Regione si mobilitino affinché il Governo agisca subito. Stiamo ancora aspettando la Zes nel porto di Gioia Tauro, un sistema infrastrutturale decente, la possibilità per i nostri figli di non dover scappare per cercare un futuro. Mi sorprende come il Nuovo Centrodestra – prosegue Caridi – che ha molti parlamentari meridionali non faccia di tutto per inserire il Sud tra le priorità del Governo, dimostrino di essere alternativi alla sinistra come dicono e non subalterni. I cittadini del Sud hanno diritto di vivere dignitosamente – conclude Caridi – se dopo i recenti dati il premier invece di farci sapere il suo piano per il Sud si limita a dire che dobbiamo rimboccarci le maniche, allora o non sa cosa fare o non ha interesse a fare nulla per il Sud, in entrambi casi dovrebbe lasciare il posto a qualcuno che si preoccupi dell’intero Paese e non solo di una parte”.

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About the Author: Luigi Iacopino