Miramare, la minoranza ne chiede l’annullamento dell’assegnazione

Conferenza  Comune su MiramareReggio Calabria –  Questa mattina la minoranza politica di Palazzo San Giorgio ha risposto alla conferenza stampa di qualche giorno prima indetta dal Sindaco per chiarire la vicenda Miramare. Vicenda che non appare assolutamente chiara anzi da un’attenta indagine del consigliere Antonino Maiolino i dubbi aumentano e coinvolgono dirigenti di uffici e un assessore. Pare anche che un movimento politico abbia presentato un esposto alle forze dell’ordine perché si faccia chiarezza su una vicenda che definire opaca è molto poco. I consiglieri di minoranza non riescono a spiegarsi  il perché e il come le chiavi della struttura Miramare siano state date a chi già molti giorni fa operava all’interno dove a detta del consigliere Lucio Dattola, in base a quanto riferitogli dai precedenti assegnatari ci sarebbero da fare importanti lavori di ristrutturazione riguardanti l’impianto elettrico e quello idrico. Hanno bocciato l’assegnazione del Miramare sul piano prettamente legale anche i due consiglierei ed avvocati  Pasquale Imbalzano e Mary Caracciolo (di cui qui in basso riportiamo le dichiarazioni).Conferenza  Comune su Miramare , Lamberti Un intervento fuori programma ma utile a comprendere come l’attuale amministrazione stia agendo è arrivato dall’assessore provinciale Edoardo Lamberti Castronuovo. Quest’ultimo ha lamentato la mancanza di dialogo e la superficialità d’agire in relazione alla volontà di esporre i preziosi quadri sequestrati ad un imprenditore reggino all’interno del Miramare. Una location che andrebbe adattata a poter ospitare ed esporre tali capolavori così com’è stato fatto al Palazzo della Cultura, dove sono stati spesi oltre 100.000 euro allo scopo. Lasciando questi capolavori inutilizzati all’interno del cavò, dove sono attualmente custoditi, esiste il concreto timore, che lo stato oggi proprietario, li invii a completare collezioni in pinacoteche di altre città.

Mary Caracciolo:

“In data 6 agosto è stata presentata dai consiglieri comunali di minoranza la richiesta di annullamento o in subordine di revoca in autotutela della delibera n.101 del 2015, inerente la vicenda del Miramare. In particolare, data la pubblicazione del testo della delibera nella giornata del 5 agosto, è stato rilevato come fallacemente il testo parli di atto di indirizzo, quando in realtà l’assegnazione ad un associazione specifica di un bene è un evidente atto di gestione, al di la del nomen iuris utilizzato. Si parla di atto di indirizzo al fine di eludere quella basilare distinzione che governa la politica rispetto all’amministrazione vera e propria. La politica infatti può emanare atti di indirizzo, mentre quelli di gestione competono ai dirigenti. Vi è di più però. La giunta ha ben pensato di emanare la delibera in spregio all’art. l’art 12 della l. 241 del 1990, secondo cui la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e lattribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati sono subordinate alla predeterminazione ed alla pubblicazione da parte delle amministrazioni procedenti, nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, dei criteri e delle modalità cui le amministrazioni stesse devono attenersi”. La concessione di un immobile in comodato duso gratuito modale o non può avvenire per interesse pubblico, laddove però siano rispettati i principi basilari dell’agire di una pubblica amministrazione. Gli stessi che il nostro sindaco evidentemente dovrebbe rileggere, poiché sembrano aver lasciato il posto ad altri principi meno nobili. Chiediamo quindi che la Giunta comunale rifletta ed arrivi alla conclusione dell’opportunità di un annullamento dell’atto o quantomeno di una sua revoca, affinché Palazzo San Giorgio torni ad essere la casa dei cittadini reggini e non di qualche despota fuori moda”.

Pasquale Imbalzano:

“Per quanto riguarda la delibera è scarna, carente con motivazioni molto deboli che in realtà manifesta la forzatura politica che è stata realizzata, se ci fosse stata una forte legittimità giuridica la delibera sarebbe stata molto più corposa e ben motivata. La delibera è stata adottata con modifica il 16 luglio e pubblicata il 5 agosto, sono passati 20 giorni ed è un fatto che ingenera dubbi e sospetti di legittimità dell’atto, perché noi sappiamo che quando si deve adottare un atto che ha a che fare coi lavori pubblici o una delibera per un’opera pubblica o una programmazione finanziaria,  la delibera viene adottata e pubblicata in 3\6 giorni. Nel caso specifico sono trascorsi 20 giorni. Altri elementi che si rilevano sono la carenza giuridica, il riferimento al principio costituzionale non suffragato da una norma di dettaglio di legge, come ha detto bene la collega Caracciolo (art 12 della legge 241 del 90), la legge sul procedimento amministrativo che impone alle amministrazioni  quando devono attribuire sovvenzioni o vantaggi di natura economica ai privati che siano patrimoniali o economici finanziari devono dare vita ad una manifestazione d’interesse ad un’evidenza pubblica, cosa che non è stata fatta, anche se si tratta di una natura temporanea. Occorre tutelare l’interesse della generalità dei consociati ad avere accesso allo stesso bene. La delibera impone il modus della finalità culturale, esiste in questo caso un’altra criticità in quanto fa riferimento ad un cambio di destinazione d’uso dell’immobile che invece nasce con una finalità turistico\alberghiera. Non sono stati chiesti pareri alla sovrintendenza sui beni storici riguardo alla nuova attività che si intende svolgere. Ogni aspetto  di questa vicenda ha tante, troppe criticità. Ma l’aspetto decisivo è il vantaggio patrimoniale,  l’associazione non spende un euro per l’affitto del locale e realizza un risparmio di spesa, ergo un vantaggio patrimoniale di natura indiretta. Questo vantaggio è contestabile a chi ne permette il raggiungimento. Come si può notare, una dimensione superficiale, raffazzonata della gestione della cosa pubblica senza rispetto dei principi della concorrenzialità, di trasparenza, della tutela degli interessi generali, benché vengano da mesi declamati…. ma senza attuazione. Tutta una grande ipocrisia … solo propaganda e trasformismo..”

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.