Intervista esclusiva a Stefano Vaccari ” nel collegato ambientale tre direzioni per cambiare davvero”

Stefano Vaccari, 48 anni, è stato eletto al Senato nelle elezioni politiche 2013 nelle liste del Pd. Relatore del collegato ambientale in discussione al Senato ci ha spiegato i punti salienti e l’agenda da seguire per dare un segno verde a questo Paese.Stefano Vaccari
Senatore Vaccari, il 13 novembre del 2014 la Camera dei deputati approvava in prima lettura questo provvedimento, come mai il Senato ha impiegato quasi un anno per esaminare il collegato?
L’anno che ci lasciamo alle spalle ha coinvolto il Senato e le sue commissioni nell’esame di numerosi provvedimenti con scadenze imminenti che hanno dettato l’agenda delle priorità, penalizzando l’esame di disegni di legge sia di iniziativa parlamentare che governativa come il Collegato. Con uno sforzo in più si sarebbe potuto votarlo entro l’estate. Ma oggi, nonostante il ritardo ci possiamo dire che il lavoro fatto ha dato buoni frutti.
Quali sono secondo lei le novità e i miglioramenti introdotti e in che modo questo provvedimento favorirà lo sviluppo in Italia di un’economia verde?
Lo sforzo fatto e’ stato orientato in tre direzioni: a semplificare la vita alle imprese che operano nei settori della green economy, premiandone la virtuosità e la responsabilità sociale ed ambientale; a consentire alla PA di agire in modo più agevole e sostenuto sul tema della gestione dei rifiuti e degli acquisti verdi; a premiare i comportamenti virtuosi dei cittadini nella prevenzione della produzione dei rifiuti e nella raccolta differenziata, favorendo ad esempio pratiche come il compostaggio domestico e di comunità. Tra le diverse novità voglio solo ricordare le misure a sostegno della mobilità sostenibile: per la prima volta il nostro Paese si doterà di un piano nazionale mettendo a disposizione dei comuni i primi 35 milioni per progetti che promuovano mezzi collettivi di trasporto e a impatto zero nei trasferimenti casa-lavoro e casa-scuola. Abbiamo anche introdotto la copertura assicurativa per chi sceglie di recarsi al lavoro in bicicletta parificandola agli altri mezzi di trasporto.

Molti articoli sono stati stralciati o riscritti, tra cui quello che relativo ai consorzi dei rifiuti e la norma che introduceva il principio del vuoto a rendere, come risponde a chi definisce queste modifiche un favore alle lobby?
Rispondo dicendo che la norma sul vuoto a rendere così come approvata alla Camera era di difficile applicazione e si è lavorato di concerto con i vari soggetti per renderla praticabile proprio perché la si riteneva positiva ed utile per le politiche di prevenzione nella produzione di rifiuti. Sul tema dei consorzi dei rifiuti il Governo ha fatto una scelta che ho condiviso, e cioè quella di affrontare il tema in modo organico con un provvedimento ad hoc, superando alcuni limiti che vi erano nel testi approvati e che avrebbero richiesto una riscrittura sostanziale. In aula è stato approvato a sostegno di questa scelta anche un odg che ribadisce l’urgenza e la necessità di questo nuovo atto da parte del Governo.
Legge sugli ecoreati, la green economy in una legge italiana, secondo lei quali sono i prossimi step per far compiere al nostro Paese un cambio di passo in materia di tutela ambientale?
L’agenda delle prossime priorità ci dice che dobbiamo completare il lavoro fatto con la legge sugli ecoreati approvando il ddl di riordino del sistema dei controlli con al centro ISPRA in seconda e ultima lettura senza modifiche, concludere un importante lavoro di riforma della legge sui parchi 394 avviato nel 2014, approvare il disegno di legge delega sulla protezione civile già approvato alla Camera e quella sul Consumo di suolo di cui la Camera ha appena terminato l’esame in commissione. Un’agenda verde per un Paese che vuole davvero cambiare colore.
di Xenia Maiese

Intervista esclusiva a retewebitalia.nettribunapoliticaweb.it

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