La Camera boccia la sfiducia. Il Ministro Boschi resta al suo posto

Non è una notizia che lascia  sorpresi. Con l’amaro in bocca molti, forse, ma non di sa sorpresa. Com’era prevedibile, con 373 voti favorevoli e 129 contrari, la Camera ha bocciato la mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinque Stelle nei confronti del ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. L’esponente del PD, molto vicina al Premier Renzi, è salva e, almeno per momento e salvo colpi di scena, resta saldamente al suo posto, rafforzata peraltro dalle posizioni di difesa assunte dai suoi colleghi dem. “Il ministro Boschi è stato un gigante di natura politica e morale”.

Così si è espresso, secondo quanto riportato dal sito del Tgco24, il vicesegretario del PD Lorenzo Guerini che, sintetizzando un po’ la posizione del maggior partito di Governo, ha lodato il Ministro Boschi che, a suo dire, non soltanto avrebbe “respinto tutte le insinuazioni strumentali e dimostrato la correttezza sua e del governo” ma avrebbe dato persino “una lezione politica e morale al Parlamento e a chi ha presentato la mozione”. Insomma, conclude, “esce da questa vicenda dimostrando di avere un grande rilievo”.

La vicenda, tuttavia, resta spinosa e molto complessa e saranno il corso del tempo e le indagini a mettere la parole fine anche allo sbandierato, ma per il momento – è bene precisarlo – soltanto eventuale, conflitto di interessi. Ma il Ministro, che ha parlato di meschinità contro di lei e la sua famiglia, al contempo ha anche ammesso la propria disponibilità a dimettersi se le accuse fossero vere, mette tuttavia in evidenza un’antica contraddizione tutta interna alla politica italiana.

Nel corso degli anni la sinistra ha sempre preteso, e spesso ottenuto, dimissioni da parte di esponenti del Centrodestra, anche in assenza di processi (men che meno di condanne), appellandosi meramente a una presunta questione morale, senza alcun fondamento. Ha sempre preteso, e spesso ottenuto, passi indietro e assunzioni di responsabilità politica per questioni di “principio” e “buon senso”, non accettando che l’azione politica fosse “sporcata” neppure da illazioni o presentimenti, senza fondamento alcuno.

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About the Author: Luigi Iacopino