Orsomarso: “Modifiche a legge urbanistica non corrispondono ad esigenze del territorio”

Fausto Orsomarso“Le modifiche alla legge urbanistica licenziate dal Consiglio regionale presentano varie perplessità, già evidenziate anche in sede di Commissione da alcuni componenti”. Lo sostiene il Consigliere regionale Fausto Orsomarso: “Se poi aggiungiamo che lo stesso assessore Rossi condivise le osservazioni formulate durante la seduta e che si impegnò, purtroppo vanamente, ad approfondire ed emendare le proposte di modifica in sede di Consiglio regionale, possiamo dire che la nuova legge non va nell’interesse dei calabresi. La proposta infatti è stata approvata così come fu licenziata nella seduta di Commissione dello scorso 22 dicembre”. “Intanto  – aggiunge Orsomarso – le nuove norme prevedono la sostituzione dell’articolo 9 con l’abrogazione del Nucleo di Valutazione composto dai rappresentanti di Istituzioni regionali (Ordini professionali, ANCI, ANCE, Enti Parco, associazioni ambientaliste etc) che serviva per ottenere un maggiore contributo sulle proposte regolamentari o normative emanate dal Dipartimento. La partecipazione istituzionale insita nel Nucleo riveste, anche per precisi indirizzi della Comunità Europea, un carattere di assoluta preminenza nel caso di interventi che riverberano effetti sui territori e sulle popolazioni. Si è trattato di un vero e proprio accentramento di poteri da parte della Regione, con conseguente  deresponsabilizzazione dei territori stessi, così come bene evidenziò il Presidente della quarta Commissione”. “La modifica, tra l’altro, prevede una procedura semplificata per Comuni con popolazione insediabile inferiore a 5000 abitanti che, a detta dell’Assessore sono oltre 200. Dubitiamo che gli uffici abbiano potuto verificare e quantificare la capacità teorica insediativa di tutti questi Comuni (che non è la mera popolazione, bensì la capacita teorica di insediamento sfruttando tutte le aree edificabili), tuttavia è importante evidenziare che tale semplificazione (un mero regolamento in luogo del complesso degli studi per la redazione di un Piano Strutturale Comunale), toglie l’obbligo ai Comuni di approfondire tutti quegli studi soprattutto di carattere idrogeologico sostituendoli con una semplice relazione tecnica e continuando ad utilizzare il territorio rendendolo realmente edificabile sulla scorta di studi dei vecchi e desueti strumenti urbanistici (addirittura si riesumano i Programmi di fabbricazione redatti oltre 40 anni addietro). Come se i problemi idrogeologici esentassero i piccoli Comuni. Anzi dalle ultime catastrofi succedutesi, si rileva che i problemi sono esattamente nei piccoli Comuni interni, laddove risultano inesistenti studi specialistici. Tutto ciò con la totale disconoscenza degli Ordini Professionali, Geologi compresi, ma solamente perché mai interpellati avendo addirittura soppresso l’unico Organismo di partecipazione/informazione esistente nella Legge e che era, appunto il Nucleo di Valutazione. Sarebbe stato invece opportuno incentivare i comuni a realizzare gli studi su citati”. “Insomma – aggiunge il consigliere regionale – una serie di iniziative che mai hanno ottenuto un minimo di condivisione da parte dei soggetti interessati. Altro errore è stato quello di avere ridotto a 90 giorni i tempi di Conferenza di Pianificazione, riduzione che determina la pressoché impossibilità da parte degli uffici di una completa e seria definizione dei Piani stessi. Per non parlare poi della pseudo certificazione dei quadri conoscitivi sapendo che questi fondamentali strumenti di conoscenza annettono, per la maggiore parte, elementi culturali, antropologici, storici; non si comprende bene come la Regione possa certificare per tutti e 409 Comuni tali importanti ed imprescindibili studi. Così come non si comprende bene il concetto di “zero consumo di suolo” sapendo che tutti i Piani devono garantire i diritti acquisiti dei proprietari terrieri con suoli edificabili, tanto più che questa proposta, per i Comuni sotto i 5000 abitanti, fa salve le previsioni esistenti degli antichi ed anacronistici strumenti urbanistici che, come è noto, erano calibrati con estesissime aree edificabili e che, quindi,  da oggi saranno perfettamente legittimati ad edificare; altro che consumo zero di suolo così come sbandierato da Presidente ed assessore!” “Risultano molto deboli ed a tratti anche illegittime le modifiche alla legge urbanistica – conclude Orsomarso. Invece di agevolare la redazione dei Piani, mirano ad accentrare potere alla Regione, in luogo di un vero accompagnamento dei territori finalizzato ad una crescita generale, quindi in controtendenza rispetto alle funzioni di delega che la Regione dovrebbe attuare”.

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