Gioia Tauro(RC): avevano fornito false informazioni al PM, ai domiciliari padre e figlio

carabinieriNella serata del 03 marzo 2016 i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, in esecuzione ad un provvedimento custodiale e contestuale sottoposizione al regime degli arresti domiciliari emesso il 29.02.2016 dal Tribunale di Reggio Calabria – Ufficio G.I.P. – su richiesta della Procura Distrettuale,  hanno tratto in arresto C.C, e C.G., rispettivamente padre e figlio, commercianti con un passato da imprenditori nel settore dei video-poker, poiché ritenuti responsabili del reato di false informazioni al pubblico ministero aggravato dalle finalità mafiose poiché eseguito col chiaro intento di agevolare e finanche scagionare membri legati alla consorteria mafiosa dei “PIROMALLI”, egemone nel fitto tessuto cittadino. In particolare, nel corso dell’attività investigativa, convenzionalmente denominata “ATLANTIDE”, che ha beneficiato anche del contributo dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia, i C., individuati quali vittime del reato di usura da parte di appartenenti alla cosca “PIROMALLI”, in sede di escussione innanzi la competente A.G. negavano convintamente le circostanze, negando le contestazioni mossegli, esponendo delle versioni di comodo di cui gli stessi successivamente si vantavano e che finanche suscitava in  loro piena ilarità. Infatti, nel corso di contestuali attività di monitoraggio, emergeva, in maniera incontrovertibile, che i due avevano fornito all’A.G. versioni di comodo nella cosciente consapevolezza che le loro dichiarazioni avrebbero potuto far scarcerare alcuni o tutti gli affiliati tratti in arresto il precedente 22 dicembre, ritenuti esponenti di spicco della citata consorteria criminale (in particolare G.B e P.G.). Ulteriore dato, emerso dalla captazione delle conversazioni tra i due C., e che ineludibilmente fa capire che i due avessero scientemente voluto fornire versioni false su accadimenti che li hanno riguardati sia direttamente che indirettamente, è rilevabile dalla circostanza di avere pianificato la loro remunerazione, per le false dichiarazioni rese, nei confronti degli arrestati nel procedimento “ATLANTIDE”. E’ stato altresì documentato che C.C. ha portato a conoscenza C.F., che risulta indagato nell’ambito del medesimo procedimento per gli stessi reati, dei motivi della convocazione sua e del congiunto presso la Procura Distrettuale e del contenuto delle dichiarazioni rese. I due, al termine delle formalità di rito, sono stati posti agli AA.DD. presso le loro residenze, in attesa degli interrogatori di garanzia.

comunicato stampa  – Carabinieri

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