Il caso dei marò italiani oggi approda al tribunale dell’Aja

L’Italia si prepara oggi ad un nuovo round per la lunga e complessa vicenda dei due marò che vede contrapposte da 4 anni Roma e Delhi. MaròIn attesa che il Tribunale arbitrale internazionale decida su chi debba esercitare la giurisdizione sul caso – e ci vorranno almeno altri due anni – “ci sono i presupporti sia giuridici che umanitari” affinché lo stesso Tribunale possa “considerare positivamente” la richiesta del governo italiano di far rientrare Salvatore Girone in Italia per tutto il periodo dell’arbitrato. Richiesta che verrà ribadita nell’udienza di domani e giovedì al Palazzo della Pace dell’Aja. A far intravedere uno spiraglio positivo per il Fuciliere di Marina tuttora trattenuto a New Delhi in libertà vigilata è stato, parlando con l’ANSA, l’ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano nell’arbitrato. E una svolta positiva potrebbe arrivare domani anche da Bruxelles, dove è in programma l’atteso vertice tra l’Ue e l’India, più volte rinviato anche a causa della vicenda che dal 2012 vede i due marò, Girone e Massimiliano Latorre, accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati nel mare del Kerala. L’Europa ha deciso di fare la sua parte al fianco dell’Italia e la questione, hanno assicurato alti funzionari del Consiglio Ue, sarà “naturalmente sul tavolo” della bilaterale tra il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e il premier indiano Narendra Modi, che dal canto suo persegue ambizioni internazionali come l’obiettivo di un Accordo di libero scambio con il Vecchio Continente. Ed il caso marò troverà spazio nelle conclusioni finali del vertice, insieme a quelli di 6 guardie britanniche e 14 estoni condannati a pene detentive in India.

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