Italia terzultima tra i 28 dell’UE per tasso di occupazione 15-64 anni

Saranno 22 milioni e 500 mila gli italiani che, divisi tra lavoratori dipendenti e autonomi, festeggeranno il 1° maggio. A rivelarlo è la Cgia di Mestre che, tuttavia, ha aggiunto che, “sebbene gli ultimi dati presentati ieri sulla disoccupazione dall’Istat ci dicono che le cose stanno migliorando, il nostro paese continua a registrare dei ritardi occupazionali molto preoccupanti”. Rispetto all’Italia, in cui il tasso di occupazione (tra 15 e i 64 anni) è pari al 56,3%, tra i 28 dell’Unione europea solo la Croazia e la Grecia fanno registrare un tasso più basso, rispettivamente, del 55,8% e del 50,8%.

Insomma, in poche parole si tratta di dati che ci dicono non soltanto che il nostro Paese è terzultimo nella graduatoria UE per tasso di disoccupazione ma anche che, ancora una volta, restano palesi le differenze, ad esempio, con la Germania (74 %), il Regno Unito (72,7%) e la Francia (64,2).

“A livello territoriale – si legge nel comunicato della Cgia – è il Mezzogiorno a presentare le maggiori difficoltà”, considerando che “quasi tutte le regioni registrano un tasso di occupazione inferiore addirittura a quello greco: la Sardegna, ad esempio, presenta 0,7 punti percentuali in meno rispetto al dato medio di Atene, il Molise 1,4, la Basilicata 1,6, la Puglia 7,5, la Sicilia 10,8, la Campania 11,2 e la Calabria 11,9”.

“Se gli occupati sono tornati a crescere e sfiorano i 22,5 milioni di unità – precisa ulteriormente l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre – in Italia i disoccupati sono circa 3 milioni, gli inattivi 14 milioni e le unità di lavoro standard in nero (ovvero i lavoratori non dichiarati) sono poco più di 3,1 milioni di unità”. Si tratta in quest’ultimo caso di una categoria “composta da dopolavoristi, da pensionati, da disoccupati, da cassaintegrati e da una buona parte di persone che non ha un posto di lavoro e ha deciso di non cercare più un’occupazione regolare”.

Secondo il segretario della CGIA, Renato Mason, “per ridare slancio all’occupazione dobbiamo tornare a investire”, altrimenti “c’è il pericolo che il nostro paese perda la sfida dell’innovazione, della ricerca, della competitività e scivoli in una stagnazione economica senza vie d’uscita”.

Tasso di occupazione 15-64 anni Ue

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About the Author: Luigi Iacopino