Caridi (FI): l’Italia di Renzi distrugge le imprese; peggior pagatore dell’UE

lavoroAvrei voluto che quella di oggi fosse una giornata di festa per il nostro Paese, ricorrendo il Settantesimo anniversario della Repubblica, tuttavia c’è un dato, contenuto nella Relazione annuale della Banca d’Italia, che mi preoccupa e mi allarma. Mi riferisco ai tempi di pagamento dei debiti verso i privati da parte della pubblica amministrazione: secondo Bankitalia, infatti, nel 2015, gli enti pubblici hanno pagato le fatture loro emesse (in media) in 115 giorni. Il miglioramento rispetto al 2014 è irrisorio: in un anno il tempo medio si è ridotto di appena 5 giorni. Il dato fa guadagnare all’Italia il premio come peggior pagatore dell’Unione europea, dato che la PA italiana può impiegare fino a 131 giorni per saldare le fatture, violando tra l’altro la direttiva europea (recepita nel 2012) che obbliga gli enti pubblici a pagare entro 30 giorni. A pagare lo scotto di questi ritardi sono ovviamente le imprese: il centro studi Impresa Lavoro ha, infatti, stimato che, nel solo 2015, il ritardo nei pagamenti da parte degli enti pubblici è costato alle imprese 5,4 miliardi di euro. Una cifra monstre che dovrebbe preoccupare il Governo Renzi, che sulla questione tace ormai da troppo tempo. Due anni fa Renzi annunciò — uno dei suoi tanti annunci contenente, come al solito, proposte fumose a ridosso delle scadenze elettorali — che sarebbe andato a piedi a monte Senario se non avesse estinto i debiti della PA. Ad oggi, i debiti non sono stati estinti e a monte Senario più che Renzi, di questo passo ci andranno gli imprenditori per invocare un intervento divino che risolva la loro posizione creditoria nei confronti dello Stato. Quello stesso Stato che li sottopone ad un’imposizione fiscale al limite della rapina e che si dimostra sempre più sordo rispetto alle loro istanze. Le istanze di un mondo che, per questo Paese, deve costituire il punto di ripartenza.

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