Reggio a piedi anche se arrivano i bus del Piano della Mobilità

DPRE siamo a 11, tante sono le opere ed annunciazioni che la giunta Falcomatà ha presentato alla Città come opera propria mutuandole dal lavoro di anni del CentroDestra al governo di Palazzo San Giorgio. L’ultima menzogna  politica riguarda l’agognata ATAM, vilipesa e criticata per anni dalla sinistra ed oggi utilizzata per annunciazioni di circostanza; questa volta tocca ai nuovi Bus che l’assessore Quattrone nel suo stile supponente ha pensato di inaugurare senza ancora averli neppure su strada, ma si sa questo è lo stile della “svolta”. Purtroppo tale menzogna, l’ennesima sbandierata dalla sinistra reggina, sarebbe poca cosa se non fosse riconducibile al fatto che questi Bus, oggetto oggi di passerella mediatica, non rappresentassero l’ultima, anzi l’unica, risorsa di quel maggior finanziamento che si chiama Piano della Mobilità e che, già nel 2011, aveva reso disponibili ben 120 milioni per investimenti strutturali che avrebbero potenziato la viabilità reggina e , soprattutto, avrebbero permesso di cantierare opere di indiscusso valore strategico per una concezione innovativa del trasporto urbano. Di questo tesoro, chiamato Piano della Mobilità, che avrebbe dato vigore economico ed opportunità di lavoro per le imprese ed i reggini è rimasto ben poco; la sinistra reggina, trincerata nella demagogia elettorale e nei silenzi del sindaco e dei suoi accoliti a fronte delle rimostranze quotidiane, ha causato il definanziamento di circa 90 milioni con la perdita di opere strategiche e funzionali per lo sviluppo urbano. Ci viene da pensare che l’assessora Quattrone non abbia perso l’occasione della parata, ansiosa di una riconferma o paventando qualche nuovo incarico. Se non fosse per questi bus verrebbe da dire che la “svolta” dei selfie e della arroganza di potere ha lasciato Reggio a piedi, anzi a terra “cu tutti i roti” (con tutte le ruote ) .

Giuseppe Malara – Coordinamento territoriale

Destra per Reggio

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