Assurdo indicare i colpevoli negli ‘zoticoni’ inglesi

inglesidi Giovanni Alvaro – Dopo che i sudditi di Sua Maestà anglosassone hanno scelto di uscire dall’Unione Europea si è sviluppato un assurdo dibattito, occupando molte colonne della carta stampata e molto spazio nei media audio e video trasmessi, se sia opportuno e legittimo che a decidere di argomenti così delicati possa essere chiamato a esprimersi il popolo attraverso un referendum, e ciò ben sapendo che una buona fetta di esso avrebbe scelto, nel caso della Brexit, ‘Leave o Remain’, facendosi guidare principalmente dalla pancia. Ad alimentare detto dibattito ci hanno pensato Giorgio Napolitano, Romano Prodi e Mario Monti con la schiera, subito mobilitata, di commentatori radical chic che hanno usato dispregiativamente l’epiteto di ‘zoticoni’ per quanti hanno scelto l’uscita dall’EU usando l’argomento che su problemi delicati non va coinvolto il ‘popolo’ ottenendo che molti possano differenziarsi da questa opinione anche se accettarla non significa di certo sposare una concezione di ‘democrazia’ che non appartiene agli uomini liberi. In particolare dà fastidio la prosopopea di colui (Napolitano), che passerà alla storia come artefice della sospensione democratica in Italia e dell’imposizione di ben tre premier tirati fuori dal cilindro in combutta con alcuni mandarini europei. Pensarla, quindi, allo stesso modo non significa rinunciare alle proprie idee di democrazia che sono insite nel dna di ogni spirito libero. Del resto gli stessi Padri Costituenti, che in fatto di democrazia e della sua salvaguardia erano abbastanza vaccinati, essendosi formati nelle galere fasciste o lontani dalla Patria, avevano inserito il comma 2 dell’art. 75 della nostra Carta che chiaramente recita: “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”. Sarebbe, infatti, assurdo che su qualunque argomento (alleanze militari, missioni ‘umanitarie, eventuali guerre), si debba decidere con un referendum ignorando i ruoli di Organismi a ciò preposti come Parlamenti e legittimi Governi che, si presume, non usano la pancia per le decisioni delicate, ma di norma usano la testa. Così è stato col Patto Atlantico (l’alleanza militare che l’Occidente mise in piedi per difendersi dalle minacce dell’Urss) che magari Napolitano, a differenza di oggi, avrebbe preferito sottoporre a valutazione popolare; così è stato con la nascita del Mercato Comune Europeo; così è stato con la decisione di Craxi di schierare i missili Cruise a Comiso contro gli SS20 sovietici già schierati contro le capitali europee (scelta questa che ha innescato il processo di sgretolamento dell’Unione Sovietica e la fine della guerra fredda oggi riesumata da mister Obama). Ma Napolitano e soprattutto Mario Monti, senatore per sua esplicita richiesta e ‘il più tedesco degli italiani’ per sua diretta ammissione, catapultato in Italia per piegare la politica del nostro Paese agli interessi dei ‘padroni’ d’Europa come la Merkel, se la prendono, ingiustamente, con gli ‘zoticoni’ inglesi sperando di distogliere l’attenzione da ciò che è diventato politicamente il Vecchio Continente che neanche pallidamente somiglia a quanto sognato dai reclusi di Ventotène col famoso Manifesto “Per un’Europa libera e unita”. Quel sogno, che è diventato anche il nostro, va ripreso e rilanciato andando aldilà della semplice unione monetaria. Bisogna chiudere la fase dei vertici a tre o quattro (dimostrazione palese che a dirigere c’è sempre una specie di direttorio), dotando l’Europa di reali Organismi politici e decidendo di schierare, come UE un unico esercito, come unica deve essere la giustizia, il regime fiscale e la sanità. Senza un salto di qualità, in primis contro la crisi, la disgregazione dell’Unione è destinata a moltiplicarsi con tanti saluti agli Stati Uniti d’Europa e altrettanti saluti al lungo periodo di pace dopo secoli e secoli di guerra fratricida.

Giovanni ALVARO

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