Da Centovetrine al giro d’Italia in barca a vela, l’attrice Marianna De Micheli a Catona per presentare il suo libro Centoboline: «In Calabria pochi porti, è un peccato»

marianna de micheli a catonaDa Centovetrine al giro d’Italia in barca a vela, dal «bunker» dello studio di San Giusto Canavese di Torino, alla libertà del mare. Tutto accomunato da un unico filo conduttore: la passione. Già, quella passione di cui vive Marianna De Micheli, sia quando indossava i panni di attrice (Carol Grimani) che, adesso da velista. Da Saint Tropez a Trieste per circumnavigare tutta l’Italia in compagnia solo del suo gatto Jingjok: un’avventura che si è trasformata prima in un blog, poi in un libro, Centoboline, in cui la De Micheli racconta «la mia storia, gli incontri, gli imprevisti, la Thailandia e l’incredibile esperienza diretta dello tsunami, la vita da attrice e da velista, ma soprattutto il mare, il sole, il vento, le sue paure, la solitudine e, la simpatia con cui sono stata ricevuta sulla terra ferma». Così com’è successo in Calabria. Tra le tappe anche Reggio Calabria, precisamente Catona, dove Marianna De Micheli, accolta dal presidente Fabiano Palamara e dalla Compagnia dello Stretto ha presentato Centoboline, soffermandosi anche sui pochi porti esistenti nella nostra Regione. Un argomento, questo, di cui da tempo si scontra il presidente della Fiv Calabria-Basilicata, Fabio Colella, secondo il quale la Calabria può e deve rialzarsi, passando da una tappa obbligatoria, quella dell’unità e della presa di coscienza della grande bellezza dei suoi mari, delle sue coste e soprattutto dei suoi porti. Per la De Micheli, infatti, è un vero peccato non sfruttare tale ricchezza.

La prima impressione avuta quando sei arrivata in Calabria? «Ho visitato importanti città marinare Calabresi, il territorio è splendido, il mare pulito ed è un peccato che ci siano pochi porti. Questa è una grande pecca per una regione con chilometri di costa»

Cosa ti dicevano le persone che incontravi nei porti? «Vedendo una donna da sola su una barca a vela, mi dicevano che ho le palle, me lo sono sentita ripetere ad ogni porto. A volte rispondevo che “mi bastano le tette” ed ecco che li vedevo tutti spiazzati»

Ma cosa ci fa una donna con un gatto in mezzo al mare? «La decisione di vivere su una barca a vela è scaturita dopo la chiusura di Centrovetrine, nel marzo 2015. Sono andata in Thailandia, la mia passione e, quando sono tornata in Italia ho deciso di affittare casa a Milano, perché il mutuo non si paga da solo. Di conseguenza mi sono trasferita nella mia barca di 9 metri. L’ho fatto anche per affrontare la paura della solitudine, per mettermi alla prova»

Da lì, la decisione di circumnavigare l’Italia da sola «Dalla Liguria a Trieste, dalla Giraglia alla Barcolana, compiendo il periplo completo dello stivale e della Sicilia, è stato un viaggio molto faticoso ma nello stesso tempo divertente e unico. Un’avventura affascinante, con incontri e imprevisti che sono diventati l’occasione per raccontare e raccontarsi»

Nasce così il tuo libro, Centoboline «Edito da Nutrimenti, il libro racconta, in una sorta di diario di bordo, tappe importanti della mia vita. L’ho scritto questo inverno, tutte le mattine ed è stato molto fatico».

Dagli schemi del copione di Centovetrine, alla libertà del mare in barca a vela. Com’è cambiata la tua vita? «Stando da soli ho acquisito un’autonomia che non avevo prima. Ho imparato a prendere delle decisioni con la possibilità di sbagliare da sola e, senza che nessuno mi dica cosa è giusto o sbagliato. La solitudine in mare è diversa perché su una barca a vela bisogna agire, bisogna fare i conti con l’imprevedibilità del mare. Ma nello stesso tempo bisogna fare i conti con i propri pensieri».

Cosa rappresenta per te la vela? «Sinceramente non lo so, non l’ho ancora capito. Mi piace il contatto con il mare, mi piace il mare»

Hai mai avuto paura del mare in questi viaggi in solitaria? «Ho paura dal primo giorno»

Qual è l’oggetto che un velista deve avere sempre con se? «Per me è il pilota automatico. E’ essenziale»

Cosa ti ha insegnato la vela? «Che non bisogna essere velisti professionisti, super esperti o geni della vela per andare in barca a vela, ma è una cosa alla portata di tutti»

Qual è il segreto che ti ha svelato il mare? «Nessun segreto. Sono tutte cose che sapevo già ma, viverle a livello pratico ha fatto la differenza: stare in mare ti fa capire a livello pragmatico che le tempeste ci sono e non finiscono mai, così come poi torna il sole e il vento».

Antonio Paone per la Federazione Italiana Vela VI zona Calabria e Basilicata

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